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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Viale Piersanti Mattarella

“Compro oro” a braccetto con la malavita, la truffa parte da Modena

Truffavano i clienti del compro oro con bilance fasulle e acquistavano l'oro delle refurtive dei "nomadi", fondendo poi il tutto in lingotti: presa una banda che in 4 anni aveva mosso 32milioni di euro e comprato ville e beni di lusso

Associazione per delinquere, truffa, ricettazione, riciclaggio, frode fiscale e commercio abusivo d’oro: sono i reati contestati ad una catena di “compro oro” finita nel mirino della Guardia di Finanza di Modena. Si tratta di una grossa operazione che ha coinvolto numerosi negozi in ben sei regioni del nord Italia.

Le indagini, iniziate nel gennaio 2013, sono scaturite da un controllo effettuato dalle Fiamme Gialle presso un negozio Compro oro di Modena da cui sono emerse irregolarità riguardanti il pagamento del metallo prezioso in contanti e senza registrazione. I successivi accertamenti ha consentito di appurare che tale punto vendita era riconducibile ad una ben nota catena di compro oro, costituita complessivamente da quasi 30 unità esercizi, di cui 18 direttamente acquisite e 10 gestite in franchising, fornita anche di un “banco metalli”, necessario per procedere alla fusione dei prodotti in oro acquistati e la conseguente trasformazione in lingotti.

In manette sono finiti i tre soggetti promotori della sospetta associazione per delinquere, componenti della stessa famiglia che risiedono in una lussuosa villa a Peschiera del Garda (VR). Altre 17 persone sono state denunciate a piede libero. Le Fiamme Gialle hanno eseguito complessivamente 38 perquisizioni locali, sequestrando 20 negozi, auto di lusso (Hummer e Bentley), immobili di pregio, 41 conti correnti bancari, orologi Rolex, 3 Kg di oro e tre cassette di sicurezza.

Il meccanismo truffaldino permetteva di acquistare oro nei negozi, anche simulando il peso inferiore e truffando quindi i clienti, mentre in altri casi, la banda acquistava consapevolmente anche oggetti provenienti da furti e rapine, talvolta concludendo le operazioni in alcuni campi nomadi. Le trattative avvenivano via Skype e i pagamenti attraverso carte prepagate  o vaglia postali, ovviamente omettendo tutto dai registri di pubblica sicurezza e fiscali. L'oro acquisito veniva poi fuso in lingotti a Ostiglia (MN) e rivenduto ad una nota fonderia di Valenza Po (AL) intascando il reale valore del metallo a prezzo di mercato.

Dal 2009 ad oggi i soggetti indagati risultano aver acquistato oltre 1.408 kg di monili in oro, per un valore di oltre 32 milioni di euro. Le Fiamme Gialle di Modena procederanno ora ad analizzare i flussi di denaro transitati sui numerosi conti correnti sequestrati, al fine  di ricostruire compiutamente tutta l’attività illecita posta in essere dagli indagati e procedere all’esecuzione di ulteriori sequestri di immobili, in misura equivalente alle imposte sottratte all’Erario.

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