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Cronaca Accademia Militare / Piazza Roma

UniMoRe. Al via lavori di restauro dell'Osservatorio Geofisico, tra più antichi in Italia

L’Osservatorio Geofisico di Unimore, uno dei più antichi in Italia, sarà restituito come patrimonio scientifico, storico e culturale ai cittadini modenesi. Sono partiti i lavori di consolidamento e di restauro dei danni causati dagli eventi sismici del 2012

Sono stati avviati nei giorni scorsi i lavori di restauro e recupero della storica struttura accademica, rimasta seriamente lesionata, in più punti, nel corso degli eventi sismici che colpirono l’Emilia Romagna nel 2012.  La riqualificazione dei locali dell'Osservatorio, unica porzione “civile” del Palazzo Ducale di Modena, oggi sede dell’Accademia Militare, è finalizzata non solo a porre rimedio ai danni provocati dal terremoto, quanto piuttosto a restituire alla fruibilità della comunità locale e nazionale di questo giacimento scientifico, storico e culturale, garantendo continuità alle osservazioni scientifiche avviate nel 1830. Il costo totale dell’intervento pari a 519.742,04 euro, 351.091,16 dei quali concessi dal Commissario Delegato alla ricostruzione post terremoto e 168.650,88 a carico di Unimore.

Il progetto

In particolare, il progetto prevede di: rendere agibili, per l’uso degli studiosi e per l’accesso al pubblico, i locali della Torre di Levante e la terrazza sommitale, luogo privilegiato da cui godere di impareggiabili panorami sulla città; così da far conoscere ed apprezzare alla cittadinanza l'esistenza di un microcosmo culturale di grande rilevanza e suggestione e valorizzare il patrimonio dell'Osservatorio, costituito dalla sua strumentazione e depositi storici, ma anche dalla collezione di volumi, almanacchi, registri, vecchi articoli di giornali, ai quali si aggiunge la serie di misure meteoclimatiche iniziata 187 anni fa.

Rettore: "Impegno valorizzazione luoghi della cultura scientifica"

Con questo intervento – commenta il Magnifico Rettore Unimore prof. Angelo O. Andrisano – l’Università conferma il suo impegno a valorizzare e rendere fruibili i luoghi di quella cultura scientifica che sono stati testimonianza dei saperi coltivati nel corso di secoli dai suoi valenti accademici. Così è stato per l’Orto Botanico, così è stato per il Teatro Anatomico di Antonio Scarpa, così sarà per il Museo Anatomico, e così è oggi per l’Osservatorio Geofisico, una struttura che fa dell’Università di Modena e Reggio Emilia un’eccellenza nel campo della meteorologia e delle ricerche nell’ambito della ingegneria ambientale. La sua restituzione alla comunità scientifica ed al pubblico è segno del legame che unisce la città di Modena alla sua Università”. 

I lavori di ristrutturazione

I lavori riguardano le pareti in muratura, il rafforzamento locale delle strutture primarie con particolare attenzione alla struttura di copertura e ai solai; l’adeguamento della scala di accesso del torrione;  il restauro e la riqualificazione di alcuni locali, delle finestrature e degli scuri esterni  (finanziamento Unimore). I locali oggetto dell'intervento sono una parte del complesso edilizio costituente il Palazzo Ducale di Modena, sede dell’Accademia Militare di Modena, il torrione di levante ed alcuni locali del sottotetto del corpo centrale dell’Osservatorio Geofisico. Questi locali furono concessi in uso perpetuo all’allora Osservatorio Astronomico dal Duca Francesco IV d’Este con decreto chirografo del 14 gennaio 1826, ormai 192 anni fa.

L'Osservatorio sarà oggetto – afferma il Responsabile scientifico dell’Osservatorio Geofisico prof. Sergio Teggi di Unimore -  inoltre di altri lavori di ristrutturazione finanziati nell'ambito del Progetto "Ducato Estense" finanziato dal Ministero dei Beni Culturali del 2016 . Progetto che vede capofila il  Comune di Modena  e che prevede tra gli interventi un finanziamento di 500.000 euro per il Palazzo dell'Accademia e l'Osservatorio Geofisico. Va infatti notato che, se da una parte i lavori di ristrutturazione, appena iniziati, produrranno un notevole miglioramento dei locali dell’Osservatorio, dall’altra rimangono da risolvere alcuni problemi importanti per garantire la piena fruibilità dei locali al cittadino, come, ad esempio, la barriera costituita dagli oltre cento scalini della scala centrale, per il quale si stanno cercando soluzioni alternative”. 

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