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Cronaca

UniMoRe. Tre ingegneri premiati per le tesi di dottorato di grande avanguardia tecnologica

Il Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari ha premiato le migliori tesi di suoi due corsi di Dottorato in “Ingegneria Industriale e del Territorio” ed “Information and communication technologies”

Il Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari ha premiato le migliori tesi di suoi due corsi di Dottorato in “Ingegneria Industriale e del Territorio” ed “Information and communication technologies”.  I tre ingegneri premiati da UniMoRe sono  due ex aequo l’ing. Alessandro D’Adamo e l’ing Matteo Strozzi con un assegno del valore di 1.250 euro ciascuno, e l’ing. Francesco Maria Puglisi con un assegno di 2.500 euro. 

I nanotubi di carbonio, – afferma l’ing. Matteo Strozzi - sono stati scoperti nel 1991 nei laboratori di ricerca della NEC Corporation (Giappone) dal prof. Iijima, che per primo ha analizzato la sintesi di strutture molecolari di carbonio in forma di tubi aghiformi. I nanotubi di carbonio, descritti come microtubuli elicoidali di carbonio grafitico, raggiungono delle frequenze naturali nell’ordine dei THz, e pertanto, vengono utilizzati come risonatori ad elevata sensibilità all’interno di un grande numero di dispositivi nano-elettro-meccanici, quali sensori, oscillatori, rilevatori di carica e dispositivi di emissione di campo. In particolare, la riduzione delle dimensioni e l'aumento della rigidezza di un risonatore a nanotubi di carbonio amplificano le sue frequenze di risonanza e riducono il consumo energetico, migliorandone la sensibilità”.

In un mondo dove le dimensioni dei dati scambiati è in aumento esponenziale, – afferma il prof. Francesco Maria Puglisi - c'è un forte bisogno di dispositivi affidabili capaci di memorizzare grandi quantità di dati. Nuovi concept di dispositivi stanno emergendo in questi anni, tra i quali spiccano per semplicità e performance le memorie resistive. Probabilmente nei prossimi anni questi dispositivi verranno introdotti sul mercato ed in questo contesto si colloca lo scopo della ricerca che è duplice: il primo capire in dettaglio i meccanismi fisici alla base del funzionamento di questi dispositivi innovativi per favorirne il miglioramento delle prestazioni e fluidificarne la possibile introduzione sul mercato; il secondo sviluppare un modello semplice, ma che includa al tempo stesso tutti i meccanismi necessari a descrivere il comportamento del dispositivo in modo affidabile.”

Le sempre più stringenti normative contro l’inquinamento urbano – afferma l’ing. Alessandro D’Adamo -  spingono la progettazione dei moderni motori per autoveicoli verso innovativi concetti di progettazione al fine di ridurre i consumi di combustibile e ottenere le medesime prestazioni con motori di cilindrata sempre più ridotta. La simulazione fluidodinamica rende possibile lo studio di fenomeni come lo sviluppo della combustione e l’insorgenza di combustioni anomale, dannose per il motore, senza la necessità di realizzare fisicamente un prototipo del motore stesso. Si rende quindi possibile lo studio di numerose configurazioni virtuali e la costruzione soltanto della migliore di queste."

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