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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Nonantola

"Non di solo pane", la scritta di Expo spostata a Nonantola

L'istallazione del padiglione milanese della Santa Sede sarà posizionata davanti a Villa Emma, come gesto simbolico da parte della Caritas Ambrosiana. Altri "pezzi" finiranno in diverse parti del mondo

Domenica 18 giugno arriva a Nonantola il “Viaggio delle Parola”, il progetto di rigenerazione del Padiglione della Santa Sede ad Expo Milano 2015. Dalle ore 17, si svolgerà nel comune modenese, la cerimonia di inaugurazione della ricollocazione della scritta “Non di solo pane”, in ebraico antico, una delle 25, che in tredici lingue differenti, traducevano il messaggio della Santa Sede ai visitatori dell’esposizione universale e che ora, finito il grande evento, stanno continuando a parlare, grazie al progetto "il Viaggio della Parola" concepito da Ginette Caron in collaborazione con Nord Zinc e il team del prof. Marco Imperadori del Politecnico di Milano, gestito da Caritas Ambrosiana, con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura.

La scritta, donata da Caritas Ambrosiana, all’Amministrazione comunale e alla Parrocchia di Nonantola, sarà collocata davanti a Villa Emma, la residenza oggi di proprietà privata che durante la seconda guerra mondiale ospitò, salvandoli, 73 ragazzi ebrei, in fuga da persecuzioni e violenze, provenienti dall’Europa centro-orientale e balcanica. La frase si inserirà all’interno del progetto “Luogo per la memoria” che la Fondazione Villa Emma e il Comune intendono realizzare nell’area Prato Galli per trasmettere alle future generazioni il ricordo di questa straordinaria storia di solidarietà che vide coinvolte le famiglie di Nonantola durante la Seconda Guerra Mondiale.

«Riteniamo significativo che il grande messaggio di condivisione scelto dalla Santa Sede per reinterpretare il tema di Expo, grazie al progetto “Viaggio della Parola” incroci la testimonianza di coraggio e umanità che seppero dare i cittadini di Nonantola proprio in uno dei momenti più difficili per il nostro Paese: una testimonianza che assume un valore tanto più significativo oggi che mentre siamo chiamati ad accogliere altri profughi, a volte vediamo le nostre comunità farsi sopraffare dalla paura, dimenticando che la solidarietà è parte integrante della nostra più autentica identità», dichiara il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti.

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