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Cronaca

Vivere Modenese | I 4 luoghi della comunità ebraica a Modena

La presenza della comunità ebraica a Modena è attestata fin dal XIV secolo. La storia di questa comunità è ancora ben visibile in 4 luoghi che andremo a ripercorrere

La presenza della comunità ebraica a Modena è attestata fin dal XIV secolo. Invece il primo atto notarile è datato 26 Gennaio 1368 di due cittadini modenesi che vendettero all'ebreo Leone del fu Sabbatuccio da Montestanto un orto destinato a cimitero per un ebreo di nome Mosè. Anche un decreto del marchese Niccolò II d'Este del 1366 attesta la presenza di questo Mosè e del fatto che vi fosse un cimitero ebraico alla fine del XIV secolo. Un elemento importante per farci comprendere quanto la comunità ebraica modenese si era allargata all'epoca. Ecco i 4 luoghi della comunità a Modena:

LA SINAGOGA. Il tempio israelitico si situa su Piazza Mazzini. L'opera è di forma ellettica e fu idea di Ludovico Maglietta, mentre le decorazioni dipinte all'interno sono di Ferdinando Manzini. Uno degli elementi stilistici più interessanti sono rappresentati dalle dodici colonne che sorreggono il matroneo, in rappresentanza delle dodici tribù di israele. 

CIMITERO EBRAICO DI MODENA. Nato nel 1903, si situa all'interno del complesso di San Cataldo. Si tratta di una palazzina a tre porte, riconoscibile per le scritte in aramaico e i simboli della tradizione giudaica. Attraverso i cognomi scritti sulle tombe è possibile ripercorrere la storia della comunità ebraica a Modena. 

IL GHETTO. Si possono oggi ripercorrere le strade del vecchio ghetto, partendo dalla via Emilia, si arriva all'incrocio con via Torre. Quello era il confine a sud del Ghetto che arrivava fino a via Taglio e alla chiesa di S. Giorgio. Non è strano trovare una chiesa al limite del ghetto, infatti serviva a ricordare all'ebreo che se si fosse convertito avrebbe avuto non solo doni spirituali, ma anche più diritti in vendere e comprare. 

PIAZZA MAZZINI. E' il simbolo della vita modenese per la comunità ebraica. Iniziò ad ospitare il ghetto degli ebrei sin dal 1638 su ordine del duca Francesco I, e questo obbligò gli ebrei a costruire le case una sopra l'altra dato che col tempo lo spazio si era ridotto. Questo spiega perchè ancora oggi le case siano irregolari per altezza e forma. E' altrettanto curiosa la presenza di alberi davanti alla piazza, che impediscono la visione della sinagoga da via Emilia. Questa scelta venne presa proprio per creare un "muro" tra la comunità ebraica e quella non ebraica. Fu una scelta simbolica, dato che gli ebrei per la maggior parte della storia modenese furono liberi di circolare, ma non per questo l'integrazione fu molto difficile. 

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