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GlassUp, gli occhiali made in Modena che fanno infuriare Google

L'imprenditore Francesco Giartosio lancia i suoi occhiali a realtà aumentata, scatenando le ire del colosso americano, che chiede di cambiare il nome perché "troppo simile" a quello dei Google Glass. Sarà battaglia, anche legale

Nel pianeta dei colossi dell'informatica, da Microsoft ad Apple, da Google a Facebook, c'è spazio anche per i “più piccoli”? A Modena qualcuno ci ha creduto e continua a crederci. Si tratta dell'imprenditore 53enne Francesco Giartosio, che due anni or sono ha avviato il progetto di ricerca che ha portato alla nascita di GlassUp. Occhiali “augmented-reality” che, dialogando con il proprio smartphone, permettono di visualizzare messaggi, mail, interazioni sui social network e altro ancora, a mezzo metro di distanza dall'utilizzatore.

Suona famigliare? Abbastanza, dal momento che ormai da mesi si fa un gran parlare dell'analogo progetto di Google, che vedremo in commercio nel 2014, dopo la fase di test iniziata lo scorso aprile. Inevitabile perciò che Google Glass e GlassUp finissero in competizione in un modo o nell'altro, soprattutto perchè a Mountain View si punta decisamente sull'esclusiva di questa innovazione per poter aggredire il mercato, sempre più spietato e rissoso, dell'hi-tech.

Gli occhiali della start-up modenese, fondata con 1 euro, stanno seguendo i canali di crowdfunding (Kickstarter e Indiegogo), dove è già possibile acquistarli, prima dell'arrivo nei negozi previsto per l'inizio del 2014, quando anche Big G dovrebbe scendere in campo (ad un prezzo sicuramente più elevato). Ma l'attenzione che i media nazionali, internazionali e di settore hanno riservato alla creazione di Giartosio e dei suoi soci è giunta fino ai legali di Google, che non hanno perso tempo, recapitando alla piccola realtà modenese (e non solo) un mail con la quale si chiedeva di modificare il nome di GlassUp, perchè ritenuto troppo simile a quello dei Google Glass e quindi foriero di concorrenza.

Ma Francesco Giartosio e i suoi collaboratori non hanno intenzione di far dettare ad altri le regole. GlassUp è un marchio regolarmente registrato, che l'azienda è determinata a difendere: motivo per cui si aprirà una procedura amministrativa ed eventualmente una battaglia legale. Si tratterà di uno scontro sul filo del rasoio, ma anche di una battaglia “accademica”: Google ha infatti registrato la parola glass nel campo dell'elettronica, riaprendo la diatriba sulla “privatizzazione” delle parole di uso comune.

In attesa che si apra il contenzioso, è chiaro che questo “interessamento” da parte di Google non scontenta poi molto i produttori italiani, ai quali, paradossalmente sta arrivando una grossa pubblicità proprio da Mountain View. E chissà che questa volta Davide non riesca ancora a sconfiggere Golia.

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