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Economia Ravarino

Fini, la massima qualità nel nome della tradizione

Il più prestigioso marchio alimentare modenese si appresta a conquistare nuove quote di mercato grazie ad uno stabilimento all'avanguardia e ad una filosofia vincente

Il palato, si sa, è della tavola il signore incontrastato e, come in ogni luogo, affonda le proprie papille gustative nella tradizione. Un assunto che in Italia trova riscontro soprattutto nella nostra provincia in virtù delle indubbie capacità di chi del cibo continua instancabilmente a fare un'opera d'arte. Per quanto, infatti, tortellini, zampone, lambrusco, parmigiano e aceto balsamico detengano il palmares della gastronomia, difficilmente sarebbero potuti diventare gli ambasciatori ufficiali di una cucina ormai nota nel mondo senza il quotidiano, prezioso lavoro delle tante aziende alimentari radicate sul territorio di cui Fini S.p.A è  degna rappresentante. 

L'eccellenza del know how. Molte sono le ragioni implicite al successo del Gruppo imprenditoriale modenese, ma una primeggia su qualsiasi altra: la massima qualità. Non è, dunque, frutto della presunzione, l'orgoglio con il quale impiegati, operai e dirigenti accolgono i visitatori nel loro stabilimento di Ravarino, recentemente rinnovato, in base ad un progetto ingegneristico all'avanguardia, su un'area di 20 mila metri quadri.  All'interno nulla è lasciato al caso: linee di produzione ad elevata performance permettono, da una parte, la realizzazione di ingenti quantitativi di pasta fresca ripiena e dall'altra le Conserve della Nonna, una ricca offerta di intingoli basati su ricette domestiche rispettose della stagionalità delle materie prime. 

Stabilimento Fini - Ravarino 19/04/2016

Una crescita progressiva. Di 6,5 milioni di euro è stato l'esborso per l'innovazione tecnologica affrontato dalla proprietaria Paladin Capital Partners. "Il nostro percorso cominciato nel 2008 - afferma l'amministratore delegato Andrea Ghia - ha richiesto da subito una sostanziale revisione da un punto di vista gestionale e organizzativo. Ciononostante, possiamo ben dire di essere riusciti a centrare gli obiettivi prestabiliti ed il fatturato oggi attestato attorno ai 95 milioni di euro nonché la percentuale del 10% di export, realizzato principalmente in Germania, Francia, Regno Unito, ne danno una concreta dimostrazione."

LA PRODUZIONE - GUARDA IL VIDEO

Organizzazione e controllo. Circa cento sono, tra dipendenti stabili e stagionali, le persone in forze al polo industriale utilizzate, secondo un'ottica di estrema flessibilità, nei due diversi siti, coperti per il 50% del fabbisogno energetico da un modernissimo impianto fotovoltaico. "La scelta di mantenere a Modena la produzione - continua Ghia - ha coinciso con la volontà di rimarcare l'importanza strategica dello stretto rapporto maturato con il nostro luogo di origine, da sempre culla di molte prelibatezze. Tuttavia la bontà, in un mercato complesso come quello attuale, non è più abbastanza. Proprio per questo riteniamo indispensabile puntare sull'autenticità del marchio italiano sovraintendendo con perizia ogni fase della filiera e, in particolar modo, la provenienza degli approvvigionamenti, necessariamente della zona o quanto meno nazionali. Dalle etichette, che illustrano prodotti affidabili e sani, al contenuto in grado di cogliere al meglio le corrette indicazioni nutrizionali niente deve, perciò, sottrarsi al controllo dell'alto livello qualitativo raggiunto con la conformità al protocollo HACCP, garanzia assoluta per il consumatore." Una prerogativa imprescindibile che, ancor più di ieri, fa di Fini S.p.a un prestigioso esempio del nostro Gran Gourmet.

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