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Economia Castelvetro di Modena

Appalti e cooperative, dipendenti Inalca: "Trattati come merce”

Dopo il presidio di ieri davanti a Confindustria Modena, prosegue anche oggi la mobilitazione dei 200 disossatori e facchini del Consorzio Euro 2000 che lavorano in un appalto dell'Inalca a Castelvetro

“Ci sono 950 soci lavoratori trattati come una merce qualsiasi, in un contenzioso poco chiaro e trasparente fra l’Inalca (Gruppo Cremonini) e il Consorzio Euro 2000”, non fa sconti la Flai/Cgil, alla luce di quanto sta avvenendo per gli appalti Inalca, che rischiano di costare il posto di lavoro a centinaia di dipendenti.

I lavoratori in questione sono dipendenti del consorzio Euro 2000, cooperativa che opera attraverso appalti negli stabilimenti Inalca di Modena, Lodi e Rieti. Su Modena i lavoratori del Consorzio sono 200. Inalca è la prima azienda in Italia e fra le prime in Europa, nella macellazione e lavorazione delle carni bovine. Il rapporto fra Inalca e il Consorzio Euro 2000 era nato oltre quindici anni fa, con una serie di cooperative consorziate, nello stesso Consorzio Euro 2000 che, in questi quindici anni, hanno cambiato nome ben cinque volte. Inalca e Consorzio Euro 2000 sono socie di GESCAR SRL, società che intermediava gli appalti negli stabilimenti di Inalca.

Sulla genuinità di quegli appalti e sulla regolarità di quelle cooperative la Flai/Cgil di Modena ha espresso, alle istituzioni competenti e agli organismi di controllo, varie segnalazioni, forti del fatto che il contratto nazionale di lavoro dell’industria alimentare vieta gli appalti delle attività del processo produttivo. Da evidenziare che all’INALCA di Castelvetro sono occupati 1000 dipendenti, 600 diretti e 400 di varie cooperative e consorzi.

“A quelle segnalazioni nessuna risposta è mai arrivata – spiega il sindacato - Quelle cooperative che si sono succedute, sempre riconducibili agli stessi dirigenti, non avevano nulla che potesse vagamente onorare quel nome! Per oltre 11 anni non risultano distribuzioni di dividenti, assemblee sociali o votazioni di bilanci consuntivi e di consigli d’amministrazione che abbiano coinvolto i soci lavoratori. Tutti elementi che, in un Paese normale, sarebbero sufficienti per definire quel sistema “somministrazione illegale di manodopera” o, almeno, a mettere in discussione la genuinità dello stesso appalto”.

Come un fulmine a ciel sereno l’INALCA, mercoledì 27 maggio, comunica l’intenzione di rompere il contratto di appalto. Nell'incontro di sabato 30 maggio i sindacati apprendono che Inalca ha disdettato il contratto d’appalto con il Consorzio Euro 2000 dal 31 maggio 2015. Quindi dal 1 giugno i lavoratori del Consorzio Euro 2000 non possono più entrare negli stabilimenti. Inalca offre a loro la possibilità di essere assunti in un’impresa interinale, la Trenkwalder, garantendo un acconto di 500 euro sulla mensilità che ancora devono percepire. Il futuro resta molto nebuloso.

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