rotate-mobile
Economia Castelvetro di Modena

Agro-alimentare, buco da 3,5 milioni per il consorzio cooperativo

Il sistema "malato" degli appalti nell'agro-alimentare modenese ha dato origine a 3,5 milioni di euro di crediti stimati per i facchini e disossatori negli appalti Inalca (gruppo Cremonini) a Castelvetro di Modena. Denuncia Cgil

Sono stati stimati in 3,5 milioni di euro i crediti dei circa duecentoex soci-lavoratori del “Consorzio Euro 2000” impiegati presso il macello bovino Inalca spa di Castelvetro di Modena. A questi vanno aggiunti gli 8 milioni di euro stimati per i soci-lavoratori che operavano sul sito Inalca di Ospedaletto di Lodi e un milione sul sito di Rieti. Si tratta di mensilità arretrate, ratei di tredicesima e quattordicesima, ferie e permessi non goduti, periodi di preavviso, irregolarità contributive dal 2007 al 2011, TFR. 

Questo è l'effetto del “buco” del Consorzio Euro 2000, ora in procinto di seguire la liquidazione coatta amministrativa, secondo i numeri forniti dalla Cgil. Dopo le denunce della FLAI-CGIL sull'intermediazione illecita di manodopera degli anni '90, Inalca mise mano all'organizzazione degli appalti costruendo l'appalto “perfetto”, un modello “pionieristico”: così veniva descritto. Un modello preso a riferimento da tante altre imprese del settore agroalimentare.

Nonostante il divieto di appaltare le lavorazioni pertinenti l'attività di trasformazione contenuto nel Contratto Nazionale dell'Industria Alimentare, gli appalti, a partire dagli inizi degli anni 2000, hanno prosperato in una girandola di società appaltatrici che hanno cambiano nome ogni qualche anno. In qeusti contesti, spesso non si è nemmeno avuta la parvenza del rispetto dei principi di mutualità e solidarietà previsti per le società cooperative: scarso o nullo il coinvolgimento dei “soci” nella vita delle società cooperative, assenza di ristorni o partecipazione agli utili, irregolarità croniche più volte segnalate dalla FLAI-CGIL.

Il Presidente del “Consorzio Euro 2000”, Pasquale D'Alterio, ha addossato la responsabilità del “buco” a Inalca, in quanto non avrebbe corrisposto la giusta remunerazione per l'appalto in corso. Inalca, dal canto suo, ha sottolineato più volte, negli incontri sindacali, di non sapere nulla di quanto stava accadendo: l'appalto “perfetto”, appunto. Ancora oggi i problemi del settore delle cooperative di facchini e disossatori degli stabilimenti modenesi sono sotto i riflettori, sottoponendo all'attenzione pubblica un modello cooperativo ormai lontano da certi standard cui le nostre terre erano abituate.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Agro-alimentare, buco da 3,5 milioni per il consorzio cooperativo

ModenaToday è in caricamento