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Economia

Insieme al volume di vendite cala anche il pessimismo sui commercianti modenesi

Questo ciò che si evince dai dati e dalle dichiarazioni di Confocommercio, che mette in risalto anche l'aumento dei costi per i negozianti e un generale calo della fiducia da parte degli acquirenti

Rallentamento, seppur lieve, delle vendite; indice di fiducia in calo; occupazione che stagna e costi in aumento, con particolare riferimento a quelli energetici e per affitti. C'è poco da stare allegri a leggere l'indagine svolta dall'ufficio studi di Confcommercio Modena su un centinaio di imprese associate, di tipo diverso, sparse tra città e provincia. 

Entrando nel dettaglio dell'indagine, emerge come solo quattro dei dieci segmenti presi in considerazione prevedano un incremento, seppur lieve, delle vendite fino al 30 novembre e dunque fino al momento che precede gli acquisti natalizi: abbigliamento e calzature (+1%), gioiellerie-orologerie e casalinghi (+0,5%), articoli sportivi (+1%). Per il resto, i commercianti intervistati prevedono stabilità (alimentari) e flessioni, che oscillano dal -1% di cartolerie, librerie ed edicole, al -2% per elettrodomestici, elettronica e giochi, passando per il -1,5% di profumerie e arredamento per la casa.

"Nessuna sorpresa- commenta Massimo Gandolfi, direttore generale di Confcommercio Modena- perchè le previsioni del campione risentono evidentemente del quadro congiunturale che, anche a Modena, resta incerto, e nel quale la domanda delle famiglie modenesi continua a mostrare elementi di fragilità e discontinuità, soprattutto per la componente relativa ai beni".

Le previsioni sulle vendite nei prossimi mesi si riflettono a loro volta, "seppur non in modo univoco", sul clima di fiducia, che per il 60% degli intervistati è in peggioramento, per il 25% stazionario, mentre solo il 15% del campione si dichiara ottimista sul futuro dei propri affari.

Sulla fiducia incidono anche le previsioni sui costi fissi aziendali, che la grande parte delle attività prevede in aumento (80%) e le maggiori preoccupazioni riguardano, in particolare, tre capitoli: energia, canoni di affitto e oneri bancari. Su quest'ultimo aspetto serpeggia il timore che con l'imminente fine del QE della Bce i tassi sulle linee di credito aperte riprendano a correre. Da registrare, poi, come il 15% degli intervistati ritenga che non ci saranno significative oscillazioni verso l'alto delle principali voci di costo aziendali, mentre il 5% si aspetta risparmi, seppur non a doppia cifra, almeno sulla bolletta energetica. Non lascia ben sperare nemmeno il capitolo occpazione: solo il 10% delle imprese prevede l'inserimento a qualsiasi titolo di nuovi addetti. Cio' a riprova dell'incertezza generalizzata che regna nel commercio modenese. 

"D'altra parte, come hanno avuto modo di sottolineare nelle scorse settimane illustri economisti- sottolinea Gandolfi- pur in presenza di segnali positivi sul Pil, c'è bisogno di tempo perchè cio' produca effetti concreti e stabili sui consumi, che sono l'ultimo anello della catena e su cui la fiducia ha un peso enorme: è proprio su di essa che si gioca la prospettiva di crescita della domanda anche a Modena".

(DIRE)

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