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Ceramica, mancano 350 milioni di fatturato. "I posti di lavoro non ci creano per Decreto"

Allarme del Presidente di Confindustria Ceramica, Savorani, che lamenta il pesante stop del lockdown e invita il Governo ad attuare misure di sburocratizzazione nel settore dell'edilizia per facilitare le commesse

"Il Covid-19 ha stravolto in questi mesi le nostre vite e dopo l'emergenza sanitaria dobbiamo purtroppo affrontare anche un'emergenza economica e sociale. Il nostro settore ha perso in questo periodo oltre 350 milioni di euro di fatturato, con la necessità di un forte ricorso alla cassa integrazione in tutti i nostri comparti. I posti di lavoro? Non si difendono per decreto". 

Lo segnala il presidente di Confindustria Ceramica, Giovanni Savorani, facendo il punto oggi a Sassuolo in occasione dell'assemblea 2020 dell'associazione sullo stato del settore nel 2019. Continua Savorani sul tema occupazione, nel corso della conferenza stampa 'ibrida', tra presenze e videocollegamenti, sui risultati dell'assemblea: "Licenziamenti nel settore ceramico? Sono convinto che i posti di lavoro non si creino e non si proteggano con dei decreti legge, ma andando ad avere successo sui mercati. Quando questo succede, l'occupazione è garantita per tutti. Quando perdiamo quote di lavoro e quindi perdiamo commesse, perchè di questo si tratta, la stessa quota viene persa dall'azienda ma anche dal lavoratore dell'azienda, giocoforza. I Governi che abbiamo avuto ultimamente vogliono tutti proteggere il lavoro per decreto, ma appunto lo si tutela solo con conquiste di mercati e investimenti successivi a seguire, per fornire i prodotti. È una questione di successo che va conquistato insieme". 

Il presidente di Confindustria ceramica cita in questo campo "il problema della burocratizzazione dell'edilizia: sbloccarlo significherebbe, davvero, promuovere più lavoro per tutti".

Considerando le imprese industriali attive nella produzione di piastrelle e lastre di ceramica, ceramica sanitaria, porcellana e stoviglieria, materiali refrattari e ceramica tecnica, laterizi, sono 279 le aziende complessivamente attive in Italia nel 2019, che occupano oltre 27.500 addetti e che hanno fatturato 6,5 miliardi di euro. A questo si aggiunge l'internazionalizzazione produttiva in Europa e nord America. 

Per quanto riguarda le piastrelle di ceramica prodotte in Italia, sono 135 le aziende, dove sono occupati 19.318 addetti che nel corso del 2019 hanno prodotto 400,7 milioni di metri quadrati (-3,5%), in grado di consentire vendite per 406,9 milioni di metri quadrati (-0,78%). Le vendite in Italia si posizionano a 83,5 milioni di metri quadrati (+1,3%). Risultano in lieve flessione i volumi esportati, pari a 323,4 milioni di metri quadrati (-1,3%). Il fatturato totale delle aziende ceramiche italiane raggiunge così i 5,34 miliardi di euro (-0,73%), con 4,5 miliardi dalle esportazioni (-0,8%), pari ad una quota dell'84% sul fatturato, e da 832 milioni di euro in Italia. Nel 2019 gli investimenti, precisa Savorani cogliendo in questo caso "una volontà" comunque positiva da parte degli imprenditori, sono stati 373,1 milioni di euro (7% sul fatturato annuo), in calo di un quarto rispetto all'anno precedente durante il quale erano ancora in vigore gli incentivi fiscali, ma ancora nettamente superiori ai volumi pre 'Industria 4.0'.

A seguito dell'Assemblea di oggi Giovanni Savorani è stato riconfermato all'unanimità come presidente dell'associazione anche per il biennio 2020-2021, dopo l'elezione nel primo biennio 2018-2020. Il Consiglio generale dell'associazione, nella seduta del 12 maggio, aveva approvato gia' la designazione. L'assemblea di Confindustria ceramica ha anche eletto i cinque vicepresidenti: sono Augusto Ciarrocchi, Luigi Di Carlantonio, Franco Manfredini, Filippo Manuzzi e Emilio Mussini.

(DIRE)

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