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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Deliveroo arriva a Modena, la Cgil all'attacco: "Meccanismo vessatorio e ricattatorio"

Il sindacato attacca l'azienda britannica che da qualche tempo è attiva anche a Modena, sottolineando l'assenza di diritti che contraddistingue il lavoro dei riders

Da qualche giorno anche Modena è stata raggiunta da Deliveroo, l'azienda britannica che si occupa di consegnare a domicilio i piatti dei ristoranti cittadini e che sta vivendo una forte fase di espansione e che nel nostro paese è arrivata a coprire giò 15 città, con un totale di 1600 persone impiegate. Da tempo, tuttavia, intorno a questa e ad altre imprese analoghestanno montando molte polemiche circa le condizioni di lavoro del riders - o "fattorini" se volete evitare l'anglicismo - che ha dato vita anche a recenti proteste nelle principali città italiane.

A Modena è la Cgil ad affrontare di petto la situazione, accompagnado l'arrivo di Deliveroo in città con una critica diretta alle scelte operate da questa società, in particolare riguardo alle forme contrattuali cui devono sottostare i fattorini. "Pare che non si tratti di lavoro vero e proprio, ma di collaborazioni più o meno fittizie, eterodirette e manipolate che celano un rapporto a cottimo che ha tutte le caratteristiche di rapporti di lavoro che pensavamo relegati al 19° secolo, piuttosto che alla modernità di quella che viene definita “Net economy” o più propriamente Gig economy”, attacca il sindacato.

Pe il sindacato, dunque, in questo contesto il lavoro "diviene il grande assente o assume contorni evanescenti, svuotati dai diritti sindacali minimi e manipolati dalle imperanti logiche della flessibilità imposte dalla globalizzazione e da sistemi informatici che determinano, in positivo o in negativo, la nostra partecipazione attiva e il nostro impegno lavorativo secondo algoritmi che rendono il lavoratore estremamente ricattabile".

La caratteristica di questi lavori è di non avere un salario contrattuale, ma di essere assunti come collaboratori ed essere pagati a consegna - a cottipo, per dirla con un termine desueto. Un sistema informatico predetermina le consegne da effettuare e dunque il nostro impegno lavorativo. "Va da sé che più io sarò disponibile e flessibile in termini fasce orarie e meno mi ammalerò e meno porrò questioni dal punto di vista del diritto minimo sindacale, più l’algoritmo mi “premierà” dandomi più consegne", sottolinea la Cgil.

"Crediamo - spiegano i sindacalisti - che questi lavoratori abbiano diritto a un contratto e un salario corretto e dignitoso, nonché alle tutele normative di ogni altro lavoratore. E’ chiaro il meccanismo vessatorio e ricattatorio di uno schema di questo tipo e le conseguenti ricadute in termini di condizioni di lavoro e rischio per i lavoratori. Il rischio per la salute e la sicurezza è infatti il secondo aspetto che maggiormente ci preoccupa. Forzando i lavoratori a divenire “atomi in corsa in mezzo al traffico” si mette a repentaglio la loro stessa integrità psicofisica (è di una decina di giorni fa la notizia di un rider investito da un autobus a Bologna) e questo solo per garantirsi qualche euro in più. 
Tutto ciò, con qualsiasi condizione meteorologica, senza diritto alla malattia o all’infortunio e senza la garanzia di un salario minimo degno di questo nome o peggio ancora, senza la corretta e dovuta applicazione contrattuale".

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