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Appalti illeciti. Non solo coop spurie, la minaccia arriva dai "furbetti" delle Srl

La Flai/Cgil mette in luce un fenomeno di illegalità diffusa che va oltre alla semplice forma imprenditoriale cooperativa, finita nel mirino della Commissione regionale.

Da molti mesi, in primo luogo in Regione Emilia-Romagna, dove si è costituita la Commissione di “Ricerca e studio sulle cooperative spurie” che studia il fenomeno delle false cooperative che somministrano manodopera attraverso appalti di dubbia legittimità, si cerca di affrontare un tema di grande rilevanza per il nostro territorio, come emerso nelle tante vertenze del comparto della macellazione delle carni.

Quello delle coop "spurie" non è però il solo pericolo in agguato per la tutela del lavoro e della leale concorrenza. A sottolinearlo è la Flai/Cgil regionale: "Se il fenomeno viene osservato solo guardando le false cooperative come unico soggetto che delinque commettiamo, però, due errori. Il primo è che queste false cooperative sono imprese appaltatrici e, quando c’è un appalto illegittimo, c’è sempre un committente che le utilizza tramite terziarizzazioni di dubbia legittimità. Aspetto, quest’ultimo, che non viene sufficientemente approfondito ed analizzato. Il secondo è che, al posto delle false cooperative, stanno esplodendo le Srl semplificate. Anch’esse, come le false cooperative, con capitali sociali ridicoli e rappresentate quasi sempre da prestanomi".

Il meccanismo è da anni sempre lo stesso: il committente che appalta ad un consorzio, il quale a sua volta sub appalta alle sue consorziate le attività ricevute in appalto. Il committente ottiene servizi di manodopera a prezzi stracciati e recupera l’IVA, mentre le imprese appaltatrici, cooperative o Srl, non versano IVA, IRAP, contributi e spesso TFR per poi svanire nel nulla.

"Un meccanismo che ha precisi responsabili e che vede coinvolti anche i committenti che, spesso, affidano le loro lavorazioni da molti anni agli stessi soggetti, in giacca e cravatta, che si avvalgono però di prestanome, a cui affidare la gestione delle Srl o delle coop spurie, su cui ricadranno tutte le responsabilità. Prestanome che non potranno versare nulla allo Stato ed ai lavoratori perché non hanno nulla che possa essere aggredito patrimonialmente", attacca la Cgil.

Qualche settimana fa, l’operazione «The butcher» (in inglese “il macellaio”) della Guardia di finanza di Rho (MI), ha portato alla scoperta di una frode fiscale da quasi 300 milioni di euro messa in atto da una associazione per delinquere tramite un consorzio di società del settore della macellazione con sede nel capoluogo lombardo. Quel consorzio gestiva 15 Srl e cooperative (quasi tutte con sede legale nello stesso indirizzo di Milano) ed ha lasciato i segni anche sul nostro territorio regionale.

Infatti, presso i macelli Sassi di Parma e OPAS (ex Italcarni) di Carpi, entrambi operatori strategici nella filiera del Prosciutto di Parma, sono in corso azioni di sciopero per cercare di tutelare gli oltre 100 lavoratori in appalto dipendenti di imprese coinvolte nell’operazione della GdF.

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