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Jobs Act ancora “inefficace”, a Modena solo il 23% di assunzioni a tempo indeterminato

La denuncia arriva dalla Cgil modenese, che ha analizzato i dati del mercato del lavoro, trovando l'appiglio per l'ennesima bocciatura del provvedimento del governo Renzi: “Il voucher crea solo precariato”

"Nonostante il Jobs Act, a Modena è tutto come prima: solo un contratto su quattro è a tempo indeterminato". Lo dice in città la Cgil, rifacendosi ai dati sul mercato del lavoro pubblicati nel sito della Regione. Dal focus sulla provincia di Modena, nota il sindacato, emergono rilevazioni interessanti anche se parziali. Nel periodo gennaio-settembre 2015 sono stati 105.117 i nuovi contratti stipulati, di cui 81.000 a tempo determinato e "solo" 24.117 a tempo indeterminato. Il 23% delle assunzioni è a tempo indeterminato, il restante 77% degli assunti si trova in condizioni di precarietà.

"Ogni quattro nuovi contratti solo uno è a tempo indeterminato. Era cosi' negli anni scorsi, continua ad essere cosi' anche oggi, nonostante l'enorme propaganda sui presunti effetti del Jobs Act. Dunque, a ridare fiato all'occupazione non è servita la cura da cavallo del Governo, fatta di massicci incentivi economici e drastico taglio dei diritti per i lavoratori", attacca Claudio Riso per la segreteria Cgil modenese. Certo, osserva la Cgil, aumentano rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso i contratti a tempo indeterminato (+23%) "ma va ricordato che una spinta decisiva all'utilizzo di questa tipologia contrattuale viene da almeno due fattori".

Ovvero, dalla "fragile ripresa dettata pero' dalla congiuntura internazionale" e dai "corposi incentivi" di cui beneficiano le imprese che assumono a tempo indeterminato: oltre 8.000 euro all'anno per tre anni, per un totale di oltre 24.000 euro. Ma "cosa accadrà dal primo gennaio 2016 quando gli importi di questi incentivi diminuiranno notevolmente?", si chiede Riso in una nota. Finiscono sotto assedio anche i voucher, definiti dal sindacato "nuova frontiera della precarietà". Se l'Inps ha fatto sapere che in tutta l'Emilia-Romagna ne sono stati venduti 6.397.495 nel primo semestre 2015, "è estremamente probabile che una buona parte sia stata venduta anche in provincia di Modena, inquinando non poco il già precario mondo del lavoro", conclude la Cgil.

(DIRE)

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