Dopo il TTIP ora tocca al Ceta accendere la polemica. A livello locale c'è Coldiretti tra i più accesi oppositori dell'accordo economico e commerciale tra L'unione Europea e il Canada. Per i rappresentanti degli agricoltori modenesi, infatti, il trattato è "un regalo alle grandi lobby industriali dell'alimentare che penalizzerà l'agricoltura dell'Emilia-Romagna e il made in Italy in generale". 

Per la prima volta nella storia, denuncia la Coldiretti regionale diffondendo il motto #stopCeta, "l'Unione europea legittima in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti made in Italy più prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni" ad esempio per "il prosciutto di Parma e il Parmigiano Reggiano, che si vedrà affiancato sui mercati dalla produzione canadese di Parmesan". 

Nel dettaglio, dei 44 prodotti a denominazione di origine dell'Emilia-Romagna, calcola l'associazione, solo 12 vengono riconosciuti dal Ceta, "mentre gli altri 32 non avranno nessuna tutela". Ma neanche i 30.000 produttori di grano dell'Emilia-Romagna potranno dormire sonni tranquilli: l'accordo Ceta, infatti, per Coldiretti "uccide il grano duro italiano con il crollo dei prezzi, favorito dall'azzeramento strutturale". Sta di fatto che si profila "un pericoloso precedente nei negoziati con altri Paesi anche emergenti, che sono autorizzati così- vaticinano i contadini- a chiedere le stesse concessioni". 

Coldiretti si inoltra poi nella stima dei 'danni' tra le province piu' ricche di eccellenze sensibili alla questione, come quella modenese: dei 13 prodotti a denominazione di origine di Modena, solo sei vengono riconosciuti dal Ceta, mentre gli altri, di nuovo, "non avranno nessuna tutela". 

(fonte DIRE)