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Coop Boing: tante le adesioni al fondo pensione integrativa, ma i soldi non vengono versati

L'affondo di Umberto Franciosi, segretario agroindustria Flai/Cgil Modena: "Si starebbe delineando una situazione molto delicata, con possibili risvolti penali se venisse accertata quella che potrebbe apparire un’appropriazione indebita, ma che creerà danni irreparabili al futuro previdenziale di questi lavoratori"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

Da oltre un mese il sindacato dell’agroindustria Flai/Cgil di Modena sta verificando la posizione di alcuni soci-lavoratori della cooperativa Boing di Milano, che somministra quasi 200 lavoratori nelle aziende del settore alimentare modenese. I soci-lavoratori che si sono rivolti alla Flai/Cgil risulterebbero iscritti a “fondi pensione aperti”, cioè fondi privati non di natura contrattuale, in particolare al fondo pensione della stessa banca d’appoggio della cooperativa. L’anomalia che stiamo riscontrando è che le quote maturate del trattamento di fine rapporto (Tfr) non verrebbero versate ai fondi pensione aperti. L’elemento più preoccupante è che alcuni lavoratori sostengono di essere iscritti a questi fondi a loro “insaputa”. Ecco come si potrebbe spiegare quasi il 100% di adesioni ad una forma di previdenza complementare integrativa che la Flai/Cgil di Modena ha verificato. Un esempio eccezionale, quello rappresentato da questa cooperativa, forse l’unico in Italia, con un tasso altissimo di adesione a fondi previdenziali aperti. 

Alcuni lavoratori risulterebbero iscritti sin dal luglio 2007, momento in cui entrò in vigore la legge sull’utilizzo del Tfr per i fondi pensione, ma si trovano ad oggi una posizione accumulata di soli 300 euro circa. 
Da evidenziare che a coloro che hanno aderito nel luglio 2007, veniva regolarmente trattenuta, ogni mese, la quota di Tfr maturata che complessivamente, ad oggi, dovrebbe ammontare ad oltre 6.000 euro, contro i 300 euro che invece si trovano realmente versati! Si starebbe delineando una situazione molto delicata, con possibili risvolti penali se venisse accertata quella che potrebbe apparire un’appropriazione indebita, ma che creerà danni irreparabili al futuro previdenziale di questi lavoratori. Un danno anche immediato perché alcuni lavoratori, assistiti dalla Flai/Cgil, che hanno cessato il rapporto di lavoro, non riescono nemmeno ad ottenere il proprio Tfr accantonato nel fondo (attraverso il riscatto). Proprio in un momento come questo, con il pesante intervento sulle pensioni appena varato dal Governo, la previdenza complementare dovrebbe rappresentare lo strumento fondamentale per avere un’adeguata integrazione alla previdenza pubblica, ma l’esempio che ne esce da questa vicenda non è sicuramente quello migliore.

La Boing ha oltre 300 soci-lavoratori, più della metà occupati all’Inalca di Castelvetro di Modena (Gruppo Cremonini) attraverso appalti gestiti dal Consorzio Euro 2000 di Milano. La Boing fino al 2010 si chiamava Boeing. Viene tolta un “e” ma il presidente e la sede legale sono sempre gli stessi. Entrambe le cooperative che si sono succedute fanno parte del Consorzio Euro 2000. Presso la stessa sede legale trovano ospitalità 14 tra consorzi e cooperative, un vero “cooperatificio”, dove 10 persone si scambiano ruoli all’interno di queste imprese. Il Consorzio Euro 2000 ha anche la completa gestione degli appalti presso l’altro grande macello Inalca di Lodi (oltre 400 soci-lavoratori inquadrati in tre cooperative), stabilimento che il segretario della Cisl Bonanni ha definito il 6 maggio dello scorso anno: “un esempio positivo, un’esperienza da seguire per tutto il Paese”. 
La curiosità, nel ginepraio di consorzi e cooperative che in tutta Italia gestiscono oltre 700 lavoratori è che, Inalca Spa e Consorzio Euro 2000 sono in società nella Ges.Car Srl.  Quest’ultima società è quella che, da quanto sappiamo, gestisce gli appalti e gli affitti di rami d’azienda fra Inalca Spa e Consorzio. 

Da settimane la Flai/Cgil di Modena chiede invano alla cooperativa Boing di sistemare le posizioni sollevate, ma abbiamo ottenuto solo promesse e un solo caso risolto. Abbiamo anche segnalato la situazione al committente, l’Inalca Spa, invocando la responsabilità solidale prevista dal Codice civile e dal Dlgs. 276/03, ma anche in questo caso i risultati sono stati nulli. Abbiamo la sensazione che sia un caso molto complesso e che potrebbe riguardare un numero elevato di soci lavoratori su tutto il territorio nazionale, infatti segnali di situazioni analoghe ci provengono anche da Parma. È bene precisare che ci troviamo di fronte a soci-lavoratori che tutto sono tranne che soci. Quelli che abbiamo conosciuto e interpellato non hanno mai partecipato ad un’assemblea sociale, non hanno mai eletto un consiglio d’amministrazione, mai votato un bilancio e nemmeno hanno mai ricevuto il Regolamento della cooperativa. La Boing appare essere un’altra pseudo-cooperativa che si presenta “esteticamente” meglio di tante altre che infestano il territorio modenese, ma che lucrano sempre sulle stesse persone: i lavoratori! In questo caso, oltre alle tante forme di elusione fiscale e contributiva che abbiamo più volte denunciato nel settore della lavorazione delle carni, si sarebbero inventati anche il sistema della “falsa trattenuta del fondo pensione”. La Flai/Cgil di Modena, dopo aver chiesto la responsabilità solidale dell’Inalca, come previsto dalla legge, sta sostenendo i lavoratori nel segnalare la vicenda alla Procura della Repubblica di Modena, continuerà ad assistere tutti i soci-lavoratori della cooperativa e li invita a rivolgersi presso le sedi sindacali per verificare la loro posizione.

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