rotate-mobile
Economia

Cooperazione Internazionale in Emilia: "Siete un modello per i Paesi in via di sviluppo"

La delegazione guidata da Donal Brown, associate vice-president dell’agenzia Onu per lo sviluppo agricolo, ha incontrato 6 imprese tra Modena e Bologna, accompagnata dai rappresentanti di Confcooperative Fedagripesca e Coopermondo

Il modello cooperativo rappresenta un’opportunità per fare crescere le economie dei Paesi in via di sviluppo. E’ quanto emerso nei giorni scorsi nell’ambito della visita ad alcune cooperative emiliano-romagnole da parte di una delegazione dell’IFAD (Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo), l’agenzia specializzata dell’ONU incaricata di contrastare la povertà nelle aree rurali dei Paesi in via di sviluppo. L’iniziativa è stata organizzata da Confcooperative e Coopermondo per favorire progetti di cooperazione internazionale a favore delle popolazioni più svantaggiate.

“Sono rimasto molto impressionato nel conoscere la variegata gamma di cooperative dell’Emilia-Romagna che fanno parte di Confcooperative – ha dichiarato Donal Brown, associate vice-president IFAD, che ha guidato la delegazione - il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo, che ha sede a Roma, lavora per aiutare i contadini poveri dei Paesi in via di sviluppo e lo fa anche in contatto con le cooperative. A partire da questa visita, vedo molte opportunità per un impegno congiunto di IFAD e Confcooperative nel sostenere le comunità rurali che vivono in situazioni di indigenza nei Paesi in via di sviluppo”.

La visita della delegazione si è svolta a seguito della presentazione a Roma del progetto “Dolcetto”, promosso da Coopermondo (ong di Confcooperative e Federcasse) con la cooperativa di agricoltori del Togo CPJPPAB per la produzione di ananas biologico commercializzato dalla cooperativa di Faenza (Ra) Agrintesa e dalla sua società commerciale Brio.

Partendo dalla cooperativa Corte d’Aibo di Monteveglio, sulle colline bolognesi, tra le prime in zona ad abbracciare trent’anni fa l’agricoltura biologica e che oggi gestisce un’azienda vitivinicola e un agriturismo, la delegazione si è spostata nell’area modenese, dove ha potuto conoscere da vicino la produzione di alcune eccellenze emiliano-romagnole note in tutto il mondo. In particolare, il Parmigiano Reggiano prodotto nel caseificio cooperativo 4 Madonne di Lesignana e l’aceto balsamico tradizionale di Modena realizzato da un socio della cooperativa La Tradizione nella sua mansarda a Nonantola. Dopo un pranzo a base di prodotti tipici nella Locanda degli Smeraldi di Bentivoglio (Bo) gestita dalla cooperativa sociale Anima, che impiega ragazzi con disabilità all’interno del ristorante, la delegazione si è spostata alle Serre dei Giardini Margherita di Bologna per incontrare la cooperativa Kilowatt (start-up innovativa che ha rigenerato uno spazio pubblico aprendo un ristorante, servizi educativi, co-working e promuovendo eventi) e Local to You, piattaforma online per l’acquisto di frutta e verdura che promuove l’agricoltura biologica e locale in partnership con alcune cooperative sociali.

“E’ stata una visita molto importante – ha dichiarato il presidente di Confcooperative Fedagripesca Giorgio Mercuri – in quanto ci ha permesso di fare conoscere all’IFAD il nostro sistema cooperativo, costituito da piccoli produttori che unendosi tra loro riescono a valorizzare le loro produzioni a livello internazionale e a ridare dignità anche all’anello più debole della filiera agricola”. “L’Emilia-Romagna è la culla del movimento cooperativo che qui si è sviluppato più che altrove – ha aggiunto Carlo Piccinini, presidente Confcooperative Fedagripesca regionale -, pertanto siamo molto felici se il nostro modello di impresa che mette al centro i soci produttori diventa fonte di ispirazione anche per i Paesi in via di sviluppo”.

A promuovere a livello internazionale il modello cooperativo nelle aree più arretrate è Coopermondo, che già nel 2016 ha sottoscritto una lettera di intenti con IFAD. “Visite come quella effettuata in Emilia-Romagna – ha sottolineato Camilla Carabini, direttrice Coopermondo – sono molto importanti perché aumentano la consapevolezza delle Istituzioni internazionali rispetto all’efficacia del modello cooperativo, che può trovare terreno fertile anche in contesti socio-economici diversi da quello italiano, adattandosi alle peculiarità dei singoli Stati ma senza modificare i suoi valori essenziali quali la partecipazione attiva e democratica dei soci, la redistribuzione della ricchezza e la creazione di benessere per tutta la comunità”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cooperazione Internazionale in Emilia: "Siete un modello per i Paesi in via di sviluppo"

ModenaToday è in caricamento