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Economia

Emergenza coronavirus, Confcooperative: "A rischio 10mila occupati"

Fermi 5.000 lavoratori delle coop sociali. In crisi anche cultura, trasporti e ristorazione. Milza: “Le Istituzioni tornino a dare messaggi rassicuranti, altrimenti sarà il disastro”

“Ci sono interi settori della nostra economia regionale che rischiano un pesante ridimensionamento a causa dell’emergenza sanitaria in corso e delle pur giuste iniziative assunte dalle Autorità per contrastare il virus Covid-19. Da una prima stima abbiamo calcolato circa 10.000 posti di lavoro a rischio nelle nostre cooperative sociali, culturali e dello spettacolo, di logistica, trasporto merci e persone, facility management, ristorazione e agroalimentare. Parliamo di oltre il 10% dei nostri lavoratori, un dato preoccupante. Pur nel rispetto della salute pubblica, riteniamo che occorra ripristinare quanto prima il normale andamento delle attività economiche, tornando a dare messaggi rassicuranti sia ai nostri cittadini che all’estero”.

È l’allarme lanciato dal presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza, che sottolinea l’importanza di trovare immediate risposte per imprese e lavoratori spesso privi di tutele. Milza sottolinea il costante contatto con il livello nazionale dell’Organizzazione che sta mantenendo le interlocuzioni con il Governo e indica il Tavolo permanente del Patto per il lavoro convocato dalla Regione come il “punto di confronto imprescindibile dove condividere le azioni immediate da intraprendere per salvare intere filiere”. Al presidente della Regione, del quale condivide l’appello al Governo per il sostegno alle imprese, Milza chiede di “farsi portavoce di una nuova strategia di comunicazione nazionale finalizzata a salvaguardare l’immagine dell’Italia soprattutto nei confronti dei Paesi esteri che stanno bloccando le partenze e mettono in discussione le nostre merci e i nostri prodotti”.

“All’interno delle cooperative sociali emiliano-romagnole – continua il presidente regionale di Confcooperative – sono oltre 5.000 i lavoratori attualmente a riposo per la chiusura di strutture che gestiscono servizi alla persona. Pur parlando di un servizio pubblico paragonabile alla sanità ed alla scuola statale, in questo caso i lavoratori non godono delle stesse tutele. Quindi educatori, assistenti sociali, insegnanti, operatori socio-sanitari, pedagogisti, psicologi, personale ausiliario, si trovano impossibilitati a lavorare e di conseguenza senza stipendio”. “Anzitutto - prosegue Milza - chiediamo al Governo certezze sull’attivazione della cassa integrazione per i lavoratori dei servizi sociali sospesi, insieme alla garanzia che tale provvedimento ricomprenda anche le strutture chiuse per disposizioni locali e non solo ministeriali e regionali”.

Grande è la preoccupazione anche per il settore cultura e dello spettacolo, per il quale Milza segnala “le enormi difficoltà che si trovano a vivere le cooperative di guide turistiche, albergatori, artisti, organizzazione eventi, gestione di musei, dove solo tra le nostre associate una prima stima parla di un migliaio di posti di lavoro a rischio per le chiusure imposte a tutte le attività e le continue disdette da parte dei turisti. Sono tutte piccole e micro-imprese che da un giorno all’altro devono fare i conti con un crollo improvviso del fatturato che potrebbe condannarle alla chiusura, servono ammortizzatori sociali al momento inesistenti”. Senza dimenticare le cooperative di trasporto, pesantemente danneggiate dall’annullamento di viaggi studio, eventi, meeting e vacanze. “I gravi danni che questa emergenza sanitaria sta causando al turismo – spiega Milza – colpiscono anche l’intero indotto economico che ruota attorno ai pernottamenti. Serve un congelamento dei mutui, sospensione nei pagamenti delle bollette, attivazione di ammortizzatori sociali in deroga. Ben venga poi la campagna di comunicazione ipotizzata dalla Regione per rilanciare il nostro territorio, in pochi giorni la psicosi collettiva scaturita dall’emergenza Coronavirus sta facendo crollare il nostro turismo”.

“Infine – aggiunge Milza – serve un’azione forte del Governo affinché tuteli il nostro sistema agroalimentare scongiurando azioni speculative che potrebbero ostacolare l’export delle nostre produzioni di eccellenza, come l’assurda richiesta di ulteriori certificazioni per la tracciabilità e sicurezza dei nostri prodotti”.

“Crediamo – conclude Milza – che occorra affrontare questa situazione che presenta pesanti ripercussioni sulle attività economiche, con strumenti analoghi a quelli attivati in occasione dell’emergenza sisma 2012, a partire dall’individuazione di un commissario straordinario che coincida con il presidente della Regione. Ribadiamo la totale collaborazione alle Istituzioni di ogni livello per attuare le disposizioni di prevenzione e contrasto al diffondersi del virus Covid-19, da parte nostra continuiamo a tenere costantemente aggiornate e informate le cooperative associate”.

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