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Crisi "L'Informazione", è guerra aperta fra proprietà e giornalisti

Secondo la proprietà del quotidiano di via Sallustio, lo sciopero a oltranza dei giornalisti è ininfluente sulla situazione di crisi ed è dannoso per i dipendenti. La replica: "Nessun piano di rilancio da Editoriale Bologna"

Lo sciopero ad oltranza indetto dai giornalisti de L'Informazione ha "effetti negativi per la società ed i suoi dipendenti, senza poter influire in alcun modo sulla situazione". Così Editoriale Bologna, la società che edita il quotidiano "L'Informazione", a seguito della mobilitazione lanciata dopo l'annuncio della chiusura della testata dal primo di febbraio. Già nella giornata di oggi, per effetto della protesta, il giornale di via Sallustio non è in edicola.

EDITORIALE BOLOGNA - Editoriale Bologna tenta di mettere ordine "nel totale rispetto dei ruoli e delle libertà sindacali", ma anche sottolineando come lo sciopero ad oltranza dei giornalisti sia stato indetto "senza attendere gli esiti del prossimo incontro di approfondimento in Regione concordato per lunedì 23 gennaio". Solamente lunedì prossimo, quindi, saranno definite le prospettive della testata, "tuttora in fase di approfondimento", precisa la proprietà giudicando come "fantasiose" le ricostruzioni storiche avanzate dal cdr sulle cause della crisi, imputando le difficoltà esclusivamente alla riduzione dei fondi pubblici per l'editoria. Editoriale Bologna conclude obiettando ai giornalisti che "le correlazioni suggerite risultano scorrette, anche per la totale separazione societaria tra Editoriale Bologna, posseduta integralmente da Coop L'Oggi scarl, ed il Gruppo Spallanzani, spesso menzionato, non riconducibile azionariamente alla società in alcun modo".

GIORNALISTI - "Uno sciopero è un danno, dice bene l'azienda. Ma è un danno che in primo luogo pesa sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori, che rinunciano alla proprie retribuzioni per tutto il tempo dell'astensione dal lavoro". Questa la replica del cdr de "L'Informazione" alla nota diffusa dalla proprietà. "È irresponsabile - aggiungono i giornalisti - spostare il dibattito al 23 gennaio (a soli otto giorni dalla deadline prospettata al tavolo istituzionale dinanzi ai rappresentanti degli enti locali e alla rappresentanze sindacali), è una pretesa indicativa della reale intenzione dell'azienda di vagliare tutte le soluzioni possibili". Il cdr ha reagito con veemenza alle dichiarazioni rilasciate dalla proprietà sui finanziamenti pubblici: "«La mancata erogazione del contributo pubblico 2010 - proseguono i giornalisti - non è l'esito di un ritardo conseguente alle difficoltà finanziarie del Governo, come spiegato grossolanamente dall'azienda: se così fosse, sarebbe condizione comune a tutti i gruppi editoriali. Ma così, evidentemente, non è".

RILANCIO - Il cdr ha poi preso atto della totale mancanza di idee dell'editoriale nel presentare un piano di rilancio: "L'azienda, che in questi anni non ha mai presentato alcun piano di rilancio, si affretta a mettere in chiaro che l'editore del giornale è la Coop L'Oggi, estranea al gruppo Spallanzani. Ma nello stesso tempo la stessa azienda si guarda bene dal chiarire chi siano i soci della Coop L'Oggi. Ricordiamo a tal proposito che tre anni fa, quando Il Domani fu acquistato dal gruppo Spallanzani, nessuna smentita fu inviata alla stampa locale, che parlò esplicitamente dell'acquisto da parte dell'imprenditore reggiano". I lavoratori dell'Informazione-Il Domani, che confermano lo sciopero ad oltranza, "sono pronti a dimostrare le proprie argomentazioni in tutte le sedi".

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