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Crisi del latte, a Modena chiude una stalla al mese

Coldiretti rivela che nel 2015 in provincia di  Modena ha chiuso una stalla al mese con effetti irreversibili sull’occupazione, sull’economia, sull’ambiente e sulla qualità dei prodotti. Sotto accusa le importazioni estere

E’ quanto rende noto Coldiretti Modena con lo scoppio della “guerra del latte” iniziata con l’assedio di migliaia di allevatori provenienti da tutte le regioni, di cui centinaia provenienti dalla sola Emilia Romagna, con trattori e mucche al centro di distribuzione dei prodotti Ospedaletto Lodigiano (Lodi) della multinazionale francese Lactalis che detiene i grandi marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli. "Con prezzi che non riescono a coprire neanche i costi per dare da mangiare agli animali - sottolinea Coldiretti Modena – è a rischio un settore produttivo che conta, nella nostra provincia, 730 stalle e 55.000 capi per una produzione di 3.200.000 quintali di latte".

"Sotto accusa – precisa Coldiretti – il fatto di sottopagare il latte italiano al di sotto dei costi di produzione con le importazioni dall’estero che vengono “spacciate” come Made in Italy” per la mancanza di norme trasparenti sull’ etichettatura. L’industria - sottolinea la Coldiretti - ha deciso unilateralmente di tagliare i compensi per il latte alla stalla di oltre il 20 per cento in meno rispetto allo scorso anno. Il prezzo del latte riconosciuto oggi agli allevatori – sottolinea Coldiretti – è inferiore a quello di venti anni fa e vengono proposti accordi capestro che fanno riferimento all'indice medio nazionale della Germania, con una manovra speculativa del tutto ingiustificata e quindi inaccettabile perché la produzione italiana di latte si distingue per le elevate caratteristiche qualitative".

La vita o la morte di molte stalle sopravvissute fino ad ora in Italia – denuncia Coldiretti Modena – dipende da almeno 5 centesimi per litro di latte che si ricavano dalla differenza tra i costi medi di produzione pari a 38-41 centesimi e i compensi riconosciuti scesi a 34 centesimi al litro. Gli allevatori perciò chiedono un adeguamento dei compensi in esecuzione della legge 91 del luglio 2015 che impone che il prezzo del latte alla stalla riconosciuto agli allevatori venga commisurato ai costi medi di produzione che in Italia variano da 38 a 41 centesimi al litro.

"Lo studio sui costi di produzione del latte bovino elaborato ufficialmente dal Ministero delle Politiche Agricole in esecuzione della legge 91 del luglio 2015 – continua Coldiretti – evidenzia che nel giugno 2015 in Lombardia (regione di riferimento per il prezzo del latte) i costi medi di produzione oscillano da un minimo di 38 centesimi al litro per aziende grandissime di oltre 200 capi di pianura, a prevalente manodopera salariata, con destinazione a formaggi Dop, fino ad un massimo di 60 centesimi al litro per aziende piccole di 20-50 capi di montagna/collina, a prevalente manodopera familiare, con destinazione del latte a formaggi Dop".

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