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Economia

Russia prevede misure più restrittive, il settore moda in crisi

La Russia prevede misure più restrittive per l'Europa, così si alzano i toni tra le due potenze mondiali e a rimetterci è il settore della moda, specialmente qui a Modena

Il botta e risposta di sanzioni tra Europa e Russia sul caso Ucraina sta minacciando pericolosamente la stabilità dell'economia modenese. Ad essere colpito è il settore della moda. Già nei giorni scorsi si era analizzata una perdita di esportazioni nel settore tessile, ma ora la questione che ha tenuto banco nelle scorse settimane, ha alzato l’asticella dell’attenzione dell’economia modenese. Ad ogni sanzione europea, Putin risponde con misure sempre più restrittive che interessano anche prodotti a marchio Made in Italy. Dall’alimentare all’arredamento, passando per il settore moda e accessori. Settori, questi ultimi, che classificano l’Italia come secondo fornitore della Russia.

Archiviato un primo semestre 2014 già in calo sull’anno precedente (-4,2%, questa la diminuzione denunciata dalle esportazioni modenesi nel settore), il pericolo di perdere clientela russa (un mercato che, assieme a quello ucraino vale quasi 58 milioni di euro) diventa un fattore davvero destabilizzante per il tessile-abbigliamento di casa nostra. “E non solo per chi produce direttamente – ammonisce Tamara Gualandi, presidente di CNA Federmoda Modena c’è un’intera filiera che rischia le conseguenze di un blocco del mercato russo-ucraino: imprese del tessile, ricamifici, persino i trasporti”. In questo contesto cala la fiducia delle imprese e quindi la propensione ad investire”.

La maglieria ha subito, rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, un calo produttivo del -14,7% e il fatturato del -5,2%, al contrario della percentuale di vendita estera che è salita dell’ 1,5%. Uguale dinamica per il settore abbigliamento: produzione (-4,9%) e fatturato interno (-2,3%) con segno meno, fatturato all’estero con segno più (+6,2%). Nonostante il calo degli ordini esteri (-3,8% per la maglieria e -26% per l’abbigliamento rispetto al 2013) per le imprese della moda, in particolare quella femminile, continuare a investire sull’export è la chiave di  successo per uscire dalla stagnazione che blocca il mercato del nostro paese.

Conclude Tamara Gualandi: “Importante è quindi individuare nuovi mercati e costruire rapporti commerciali e in questo senso le fiere di settore possono aiutare. Tra le più importanti per le nostre imprese sicuramente rientrano le edizioni di maggio e novembre di Modaprima. Puntare sulla qualità, sperando che la diplomazia, quella buona, abbia la meglio sulla minaccia. È questo di cui abbiamo bisogno e non solo per una questione economica”. Allora via libera alle spedizioni verso i Paesi UE, tra i mercati più dinamici in questo momento e che assorbe il 50,7% del totale export moda donna.

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