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Un lavoro sicuro? A Modena è meglio fare l'artigiano

Secondo i dati dell’Ufficio Studi di CNA Modena, gli artigiani assumono a tempo indeterminato il 64,6% dei nuovi assunti, contro il 57,3% di altri settori. Una ragione in più per difendere questo tipo di imprese

Per il terzo anno consecutivo nei primi nove mesi è costantemente e pesantemente diminuito il numero di nuove imprese artigiane. Un’impresa che non nasce non fa notizia. Semplicemente non se ne parla. Purtroppo però la notizia c’è ed è bruttissima. Se si riduce il flusso di nuove imprese artigiane sono guai seri per tutti, a cominciare dal Made in Italy, la cui energia inevitabilmente rischia di indebolirsi nel prossimo futuro. Ma sono guai seri anche per l’occupazione, almeno quella che viene definita “buona” occupazione, quella a tempo determinato, perché stando ai dati di CNA Modena è proprio dalle imprese artigiane che arriva il contributo più ampio in questo senso.

“I numeri che ha elaborato il nostro Ufficio Studi – commenta Umberto Venturi, presidente di CNA Modena - non hanno la pretesa di rappresentare il Verbo, non fosse altro perché il campione di cui stiamo parlando non è statisticamente perfetto, visto che la base dei nostri associati è rappresentata da artigiani in misura più rilevante della media. Nonostante ciò, il fatto che quasi il 65% delle assunzioni operate da queste ultime, nel 2014, faccia riferimento a contratti a tempo indeterminato, contro il 57,3% dello stesso tipo di contratti applicati da altre tipologie di imprese, esprime di certo una tendenza”.

“Sia chiaro, tutte le imprese – del commercio, dei servizi, l’industria – danno un contributo determinante all’economia del nostro territorio. Troppo spesso, però, il mondo dell’artigianato è indicato come un settore obsoleto, superato, finendo per questo per essere trascurato dalla politica economica”.

L’artigianato da sempre ha rappresentato la "palestra" per generazioni di imprenditori. Nel 2000 hanno chiuso 16.697 imprese ma, contemporaneamente, ne sono state aperte 24.628, per un saldo positivo di quasi 8mila imprese. Sul totale delle nuove imprese di ogni dimensione e settore, una su tre era artigiana. Le nuove imprese artigiane nate nei primi nove mesi del 2014 sono appena 17.835, il dato più basso degli ultimi quindici anni. Le imprese artigiane sul totale delle nuove nate oggi si sono ridotte al 25%, solo una su quattro. Quando va male l’artigianato, e oggi va veramente molto male, va molto male anche l’Italia.

Ecco perché, pur valutando positivamente il taglio dell’Irap, CNA ritiene opportuno individuare una misura compensativa, tramite l’aumento della franchigia IRAP, per i soggetti che non avranno alcun beneficio dalla deduzione del costo del lavoro – il 70% delle imprese - avvicinando così la tassazione delle imprese più strutturate a quella degli artigiani senza dipendenti. Ecco l’Associazione chiede ai comuni di diminuire l’Imu sugli immobili di proprietà utilizzati nell’attività di impresa, situazione tipica proprio degli artigiani. “Molte start up, anche innovative, nascono da laboratori davvero artigianali, e altrettanto si può di dire di numerose forme di autoimprenditorialità che hanno come protagonisti i giovani. Dimenticarsi di loro sarebbe sbagliato e miope”, chiosa Venturi. 

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