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Economia

Meno cassa integrazione e più occupati a Modena, "ma la crisi non è finita"

L'analisi dei dati sugli ammortizzatori sociali nella nostra provincia da parte della Cgil, che mette in luce come nel 2017 si siano registrati buoni dati, ma ancora lontani da quelli antecedenti la grande crisi globale

A Modena la crisi non è ancora finita e aumenta la precarietà. Lo dice la Cgil, sviscerando il rapporto economico fornito dal proprio osservatorio Ires cercando di tradurre il dato degli ammortizzatori sociali. 

Nel territorio, il 2017 si chiude con un totale di 4.569.057 ore di cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga: la cigo segna 2.391.538 ore, la cigs 1.991.503, la cassa in deroga 186.016. Nel 2016, invece, le ore complessive per tutte e tre le tipologie erano state 13.300.621. Se dunque emerge una riduzione "legata alla riforma del 2015", il Jobs Act che ha tagliato durata e casistiche della cassa integrazione, in Emilia-Romagna Modena risulta la seconda provincia, a seguire dopo Bologna, che fa più ricorso agli ammortizzatori sociali. 

Facendo presente che nel 2007 erano state non oltre 852.935 le ore di cassa integrazione, mentre nel 2017 sono risultate oltre il quinto, il sindacato approfondisce sull'occupazione: "Se in generale dal 2008 al 2016 il volume degli occupati cresce dello 0,9%, le Ula (unità di lavoro a tempo pieno) scendono complessivamente del 3,2%. È quindi possibile affermare che il numero degli occupati cresce in misura diversa rispetto alla quantità di lavoro". 

In sostanza, c'è stato qualche artificio contabile, conferma la Camera del lavoro: "Interventi di contrattazione difensiva nel corso della crisi, riorganizzazione del lavoro e precarietà hanno permesso di contabilizzare come occupati anche lavori che sono saltuari e fortemente precari". 

(DIRE)

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