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Economia

Appalti irregolari, la nostra regione terza in Italia. La Cgil rilancia l'allarme

Dopo Campania e Sicilia c'è proprio l'Emilia-Romagna per quantità di denunce sull'assegnazione e la gestione degli appalti pubblici. Il sindacato: "Bisogna accorpare le stazioni"

L'Emilia-Romagna "è, con 823 persone denunciate, la terza regione italiana, dietro alla Campania con 1.175 e alla Sicilia, che ne ha 919", per denunce "in merito a evasioni e appalti irregolari". A segnalare lo "sconcertante" dato contenuto nel report di Libera uscito pochi giorni fa è la Cgil di Modena, che pone anche l'accento sul "richiamo che si fa all'ultimo rapporto della Commissione Ue sulla 'media dei costi per lavori e servizi', che in Italia supera sempre i numeri degli altri Paesi, con pero' un costo del lavoro sotto la media dei principali partner europei". 

In particolare, sottolinea il sindacato, nel report "si mette in evidenza, ed è una novità, il danno che nei pubblici appalti deriva dal 'numero eccessivo delle stazioni appaltanti'", vale a dire "il troppo frastagliamento degli enti che emettono bandi, specie nei piccoli e medi Comuni". Questi enti appaltanti, "circa 30.000 in Italia", soffrono di "evidenti lacune per competenze tecniche, difficoltà nel gestire adeguati controlli ed incapacità di ottenere prezzi giusti con ribassi più consistenti". 

L'obiettivo "su cui battiamo da tempo e che ora è fra i punti sottoscritti nei recenti protocolli regionali", scrive il sindacato, deve essere "accorpare e consolidare le 1.117 sedi appaltanti emiliano-romagnole, sparpagliate nelle 236 di Bologna, 145 a Modena, 141 a Parma, 122 a Reggio Emilia, e cosi' via". Questo perchè "stazioni più strutturate avrebbero un peso ed autorevolezza superiori nelle trattative su lavori, servizi e forniture, riuscendo a ottenere prezzi più vantaggiosi e qualità migliore".

Per rendersi conto della necessità di accorpare le stazioni appaltanti, insiste la Cgil modenese, "basta sfogliare il rapporto dell'Osservatorio regionale sugli appalti aggiudicati nell'ultimo semestre disponibile", da cui emerge che quelli "gestiti a livello sovracomunale o da strutture interprovinciali hanno migliori esiti ed efficacia nei tempi e soprattutto nella capacità di gestire le offerte e i prezzi finali nella contrattazione con le imprese concorrenti". Nel semestre controllato, infatti, "sono ben 313 gli appalti aggiudicati con trattative sovraterritoriali 'non ripartibili per provincià, con evidenti ribassi sui costi ed accresciuta affidabilità e regolarità". 

Vale per tutti, ricorda il sindacato, l'esempio dell'Agenzia regionale Intercent, che "gestisce, a disposizione delle pubbliche amministrazioni, un sistema centralizzato per negoziare lavori e forniture e porta a casa decine di contratti molto più vantaggiosi, specie per la fornitura di medicinali ed attrezzature sanitarie, o per le coperture assicurative delle nostre Unità sanitarie". I numeri, affermano dalla Cgil, parlano di "circa 50 accordi conclusi per un valore di 29,9 milioni, con ribassi mediamente superiori a quelli riferibili agli appalti trattati da singoli enti".

(DIRE)

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