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Comuni contro l'evasione fiscale, Modena è prima in Italia

Un dato importante che rende merito alle pubbliche amministrazioni locali, così come fotografato dal rapporto UIF-Banca d'Italia. Ma continuano a preoccupare le segnalazioni di sospetto riciclaggio

In piena estate dalla UIF-Banca d'Italia, giunge una specifica ricerca che approfondisce provincia per provincia l'utilizzo improprio/sospetto del contante "...con modalità non coerenti con i fondamentali socio economici e finanziari specifici di ogni territorio e, quindi, concretamente riconducibili ad attività illecite e malavitose". In sintesi, il recentissimo studio UIF si concentra sulla "distribuzione geografica dell'utilizzo del contante che risulti correlato con l'economia sommersa..." e, sopratutto, col lavoro irregolare.

I dati raccolti dalla Banca d'Italia sono fondati sulla osservazione di 45.485 operazioni bancarie, svolte in 7.740 Comuni di ogni regione e provincia. Quindi anche in ognuno dei nostri territori emiliano-romagnoli. E poi la novità della ricerca: dati intrecciati con quelli della Agenzia delle Entrate, dell'Istat e le indagini dei Ros-CC.

Province "rosse" per le operazioni di riciclaggio di denaro

I risultati della complessa ricerca, portano ad "indicatori di rischio a livello comunale e provinciale", assolutamente preoccupanti e particolarmente riferiti a "...imprese attive nei settori delle costruzioni, del commercio, della ristorazione...". Il report mostra nei primi 100 comuni, i nostri capoluoghi da Piacenza, Parma...fino alla riviera. E nella cartina che riassume le "province più rischiose", spiccano col rosso scuro del "rischio alto" Modena e Bologna, seguite dalle altre province col "medio alto".

Distribuzione territoriale di indicatori di rischio malavitoso, conclude il testo Uif, che "...risultano coerenti anche con le concrete evidenze investigative sulla penetrazione della criminalità organizzata nelle varie province". Al nord e qui da noi, in particolare. Gli atti giudiziari di Aemilia ed oltre, purtroppo confermano.

Le recentissime 5 mila pagine depositate, con le motivazioni per le condanne al processo Aemilia con rito abbreviato, ribattono sulle stesse cause e pericoli della economia malavitosa in casa nostra. In uno dei 42 capitoli della sentenza si ribadisce che "...l'organizzazione 'ndranghetista emiliana è impegnata in "grandi affari" attraverso l'uso delle imprese di copertura e sostenute da leve finanziarie con liquidità prodotta dal sistema delle false fatturazioni e dall'evasione".

Coop spurie e caporalato

Indicatori oscuri, cui aggiungiamo il recentissimo e grave panorama reso pubblico il 2 agosto dall'INL - Ispettorato Nazionale del Lavoro, così titolato: "1° semestre 2019. Raddoppiate le sanzioni per appalto illecito e triplicate denunce per caporalato". Emerge il pesantissimo primato in regione Emilia-Romagna sulle coop spurie/fasulle. Scovate, qui da noi nell'ultimo semestre di quest'anno, ben 61 false imprese coop, con 1.438 lavoratori irregolari e 3,19 milioni recuperati per l'evasione dei contributi pensionistici, cioè per lavoro irregolare.

Comuni "anti-evasione": Modena prima in Italia

C'è però un ottimo "podio rosa", che vede la nostra Emilia-Romagna al 1° posto nazionale per il concreto ruolo dei Comuni nel segnalare all'Agenzia delle Entrate i casi sospetti - nel loro territorio - di evasione fiscale e contributiva. Dati ministeriali di inizio agosto che confermano la provincia di Modena prima in Italia grazie ai Comuni che nel 2018 hanno segnalato - ed incassato, grazie ad un'ottima legge che così premia i Municipi attenti e segnalanti - l'ottima cifra di 766.800 euro. Un merito segnalante in regione che vede poi nell'ordine Rimini, Reggio Emilia, Bologna, Parma, Ferrara, Ravenna, Piacenza e Forlì che chiude. Dati ed indicatori - di merito e pure di forte rischio - che devono senz'altro essere approfonditi e ben valutati, territorio per territorio.

Un documento importante, dunque, che è stato analizzato da Franco Zavatti, sindacalista modenese del Coordinamento Legalità Cgil regionale Emilia-Romagna. La Cgil perciò insiste nel proporre che, con urgenza, in ogni nostro territorio si riuniscano tavoli di lavoro - in primis i Comitati Provinciali per sicurezza e legalità - per valutare ed approfondire anche questi ultimi "indicatori di rischio" malavitoso e che non possono essere lasciati nel cassetto.

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