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Economia Castelvetro di Modena

“Mega riciclaggio di lavoratori”, sotto accusa il sistema dei somministrati Inalca

La Cgil modenese punta ancora una volta il dito contro l'operazione che ha portato 900 lavoratori ad essere spostati come pedine attraverso cooperative, agenzie e società. Un'operazione che si insinua tra le possibilità e le ambiguità normative

“Si concluderà entro domani, 17 dicembre 2015, il “mega riciclaggio” dei circa 900 ex soci-lavoratori delle cooperative Consorzio Euro 2000 e King Service, utilizzati presso i siti di Inalca spa (Gruppo Cremonini) di  Castelvetro di Modena, Lodi, Rieti e Avellino”. Lo annuncia la Cgil di Modena, che da tempo segue con sguardo critico quanto accade intorno a queste centinaia di lavorari, spostati come pedine attraverso diversi contenitori.

Nel giro di 6 mesi, infatti, i lavoratori, pur continuando nella loro abituale attività presso le fabbriche Inalca, sono passati dall'appalto delle cooperative al nuovo appalto Ges.Car., attraverso sei mesi di lavoro somministrato da parte di Trenkwalder. 

L'ultima società in ordine di tempo, la Ges.Car. Srl, funzionerà da “scatola di intermediazione”: si tratta di una società a responsabilità limitata di proprietà al 100% di Inalca, il cui presidente è anche Amministratore Delegato di Inalca e i cui dirigenti sono a loro volta dirigenti di Inalca. I 900 lavoratori verranno assunti da Ges.Car. e lavoreranno come sempre presso Inalca sulle linee di produzione di disosso e nelle attività di facchinaggio.

Secondo la Cgil l'operazione, a saldo occupazionale zero, potrebbe consentire il raggiungimento di due obiettivi. Da un lato evitare l'assunzione diretta dei lavoratori e dall'altro ottenere l'esonero contributivo di 14 milioni di euro: questo è l'ammontare degli 8.060 euro di sgravio annuale per ogni dipendente, per il biennio 2016 e 2017: uno sgravio previsto dalla Legge di Stabilità 2015 per chi assume a tempo indeterminato entro il 31/12/15, con almeno 6 mesi di lavoro a tempo determinato alle spalle.

Per il sito di Castelvetro di Modena, uno dei principali macelli italiani di carne bovina, si parla di circa 200 lavoratori, disossatori e facchini che, nei fatti, facevano, fanno e continueranno a fare le stesse mansioni. Per loro nulla cambia, se non i problemi con lo stipendio, dato che il sindacato denuncia la mancanza di stipendi arretrati, mediamente tra i 10.000 e i 15.000 euro netti.

“È come fosse un appalto di Inalca a sé stessa – dichiara Marco Bottura segretario Flai-Cgil Modena – un appalto senza pudori, per il quale non si dichiara uno straccio di piano industriale. Un auto-appalto che potrebbe aprire la strada a un nuovo modello organizzativo tra le imprese del settore e non solo. Questi sono i motivi – prosegue Bottura - per cui la Flai/Cgil di Modena non intende, né concordare, né sottoscrivere accordi sindacali che sanciscano queste operazioni. Continueremo a segnalare quanto sta avvenendo alle autorità competenti e a farne denuncia sui mezzi di informazione, anche per l'ingente quantità di risorse pubbliche che interessano Inalca”.

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