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Economia

In contrazione il mercato del lavoro in provincia di Modena

Indagine Excelsior 2013: il numero di assunzioni previste è complessivamente in calo, ma Modena resta tra le prime 10 provincie a livello nazionale che mostrano l’andamento meno negativo

Sono ancora in diminuzione nel 2013 le previsioni di assunzione delle imprese della provincia di Modena. Lo affermano i risultati dell’indagine Excelsior, Sistema Informativo per l’Occupazione e la Formazione. La rilevazione, giunta ormai alla sedicesima edizione, è condotta da Unioncamere Nazionale in collaborazione con il Ministero del Lavoro: per la sua realizzazione sono state intervistate 94mila imprese in tutta Italia, con almeno un dipendente, in merito alle loro previsioni di assunzione o di licenziamento di personale per l’anno in corso.

Come nel resto d’Italia, anche in provincia di Modena è in aumento il saldo negativo tra assunzioni previste e licenziamenti, annunciando la perdita di 2.340 posti di lavoro. Tale valore risulta da 6.860 assunzioni e da 9.200 licenziamenti previsti quest’anno, che diminuiscono rispettivamente del -4,2% e del -1,2% se raffrontati con i valori del 2012.

Nonostante ciò la provincia di Modena è tra le prime dieci province a livello nazionale che mostrano l’andamento meno negativo, con un tasso di variazione pari al -1,3%, pressoché uguale a al 2012 e superiore sia alla media regionale (-1,6%) che a quella nazionale (-2,2%).

Emerge tuttavia un segnale positivo: nel 2013 è in aumento la percentuale di imprese che intendono assumere, passando dal 13,3% al 15,1%. Si rileva però una grossa differenza di comportamento tra grandi e piccole imprese: queste ultime reclutano nuovo personale solamente nel 9,8% dei casi, mentre il 69,7% delle imprese maggiori (>50 dipendenti) prevede assunzioni. Inoltre viene confermato un dato interessante: le imprese dinamiche ed innovative creano maggiore occupazione; infatti tra le imprese esportatrici sale al 22,7% la percentuale che prevede assunzioni e tra le imprese che introducono innovazioni di prodotti o di servizi tale valore si eleva al 25,3%.

Le imprese artigiane mostrano le maggiori difficoltà, con appena il 10,8% che si dichiara alla ricerca di nuovo personale. Infatti l’occupazione nelle imprese artigiane è prevista in calo del           -2,4%, mentre nelle piccole imprese (1-9 addetti) risulta in calo del -2,5%.

Analizzando i macrosettori provinciali, i servizi perdono il maggior numero di posti di lavoro in valore assoluto (-1.210), pari al -2,1%, seguiti dall’industria con -790 (-0,9%), mentre risulta pressochè stabile il commercio (-70).

Più nel dettaglio, le industrie maggiormente in difficoltà risultano le costruzioni (-2,2%), la ceramica (-1,8%) e le industrie dei metalli (-1,7%). L’unico settore che prevede un incremento di addetti è il metalmeccanico (+0,2%).

Tra i servizi si prevede perdano il maggior numero di dipendenti i servizi alle persone (-5,2%), i ‘servizi operativi’, come ad esempio servizi di supporto alle imprese (-4,4%) e il ‘turismo e ristorazione’ (-4,1%). Unico settore in espansione è l’informatica e telecomunicazioni (+1,1%).

Per ciò che riguarda le previsioni di assunzioni non stagionali, si possono avere informazioni anche sui profili professionali più richiesti in provincia di Modena e sui relativi titoli di studio.

Così le imprese segnalano per la maggior parte la necessità di ‘professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi’ (1.430 assunzioni previste pari al 25,4%), seguite dalle professioni tecniche (1.110 assunzioni, 19,7%), e dagli impiegati e operai specializzati, entrambi con 850 assunzioni, pari al 15,1% del totale ed entrambi in aumento rispettivamente del 34,9% e del 16,4% se confrontati con i valori del 2012.

Riguardo i titoli di studio il diploma è sempre il favorito, con il 47,9% delle preferenze ed in aumento rispetto al 2012. Diplomi amministrativi (730), socio-sanitario (370) e meccanico (330) i più richiesti.

Inoltre, le imprese ricercano il 17,7% di personale laureato, con in testa l’indirizzo economico e quello ingegneristico, mentre la qualifica professionale è sempre meno segnalata (8,0%). Infine il 26,5% delle assunzioni avverrà senza la necessità di alcuna formazione professionale.

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