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Parlerà modenese il più grande centro agroalimentare del continente africano

Inalca, anzienda del Gruppo Cremonini, e Cassa depositi e prestiti preannunciano un protocollo d'intesa per lo sviluppo che troverà compimento nella missione del premier Gentiloni in Angola

In occasione della visita del Presidente Paolo Gentiloni in Angola, il Gruppo Cassa Depositi e Prestiti e Inalca (Gruppo Cremonini), attraverso la propria controllata angolana, hanno preannunciato la sigla nelle prossime settimane di un protocollo d’intesa per lo sviluppo del Centro Nazionale Agroalimentare (CNA), un polo industriale da costruire a Luanda per la trasformazione, conservazione e distribuzione di prodotti agroalimentari angolani. La realizzazione del Progetto CNA prevede un investimento graduale fino a 150 milioni di euro – sulla base del livello di sviluppo della produzione agricola angolana - e il coinvolgimento di PMI italiane fornitrici di tecnologie e di specifico know how che avranno Inalca come riferimento del pool italiano per la realizzazione di impianti di avanguardia per sviluppare le varie filiere (carni, pesce, ortofrutta e cereali).

In tale ottica, CDP potrà sostenere l’iniziativa mediante il proprio intervento e quello delle Società del Gruppo, SACE e Simest, in qualità di co-finanziatore, garante o investitore, al fine di rafforzare l’attività delle imprese italiane in Angola. Con questo intervento, come dichiarato da Antonella Baldino, Chief Business Officer di CDP, il Gruppo intende promuovere le sfide legate alla agricoltura sostenibile e alla sicurezza alimentare nel continente africano, in linea con l’implementazione dell’Agenda 2030.

"Il protocollo di intesa - ha dichiarato Luigi Scordamaglia, amministratore delegato Inalca presente a Luanda durante la visita - verrà sottoscritto nelle prossime settimane con la condivisione delle Amministrazioni Angolane competenti".

L’Angola è caratterizzata da una grande potenzialità di produzione agroalimentare grazie alla sua ampia disponibilità di terra fertile, alla elevata quantità di acqua disponibile ed all’ampia quota di popolazione impiegata nell’attività agricola. La recente politica di diversificazione dell’economia angolana ha posto al centro lo sviluppo della produzione agricola nazionale e la progressiva sostituzione dei prodotti agricoli oggi importati con quelli ottenuti sul territorio angolano,  aumentando il valore aggiunto dei propri prodotti agricoli attraverso la trasformazione degli stessi in prodotti alimentari a maggiore valore aggiunto pronti al consumo.

Per il raggiungimento di tali obiettivi è fondamentale garantire innanzitutto la catena del freddo che eviti lo spreco e la distruzione dei prodotti agricoli conseguente alle condizioni non ottimali di conservazione; altro elemento necessario è la realizzazione di investimenti nel settore della trasformazione alimentare ed in particolare della trasformazione dei cereali, della carne e del pesce, filiere a cui lo Stato Angolano ha dato priorità di sviluppo. Serve inoltre un’efficiente catena logistica che copra Luanda e le principali città per fornire tutti i canali (retailer, food service, amministrazioni, ospedali, ecc).

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