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Economia

Ricavi dimezzati, le imprese modenesi del terziario bocciano le politiche del Governo

L'indagine di Confcommercio su 215 imprese modenesi rivela numero davvero poco rassicuranti e una certa sfiducia nelle politiche economiche finora attuate

Il 70% accusa cali di ricavi "superiori al 50%", il 73% boccia le misure governative per l'emergenza, il 65% giudica "insufficienti" gli aiuti statali, il 70% reputa "farraginosa e incomprensibile" la produzione normativa della Regione, il 52% non sa ancora se riuscirà a superare questo periodo. È quanto emerge da un sondaggio di Confcommercio Modena, con 215 imprese del terziario (commercio, bar e ristoranti, rappresentanti, abbigliamento) intervistate. 

Rispetto allo stesso periodo del 2019, l'andamento dei ricavi al 18 maggio, il giorno di riapertura ufficiale delle attività, mostra anche che il settore ricettivo, con diminuzioni medie del 90%, è quello che soffre di più: il 22% del campione accusa incassi in calo tra il 30 e il 50%, mentre per il resto si dice di aver avuto incassi stabili nel 10% dei casi o aumentati nell'8%. 

Per far fronte alle necessità finanziarie non rinviabili (affitti, utenze, manutenzioni, fornitori, eccetera) le imprese del campione Confcommercio hanno fatto anzitutto ricorso a risorse proprie (per il 59%), mentre il 49% degli intervistati ha chiesto uno dei finanziamenti introdotti con il decreto Liquidità e il 44% ha già presentato domanda per il contributo a fondo perduto previsto dal decreto Rilancio. In prospettiva, cosi', nei prossimi mesi quasi il 50% delle aziende del terziario non prevede di ridurre il personale, il 23% ritiene invece che sarà costretto a farlo e il 31% valuterà "cosa fare" in relazione all'evoluzione di un quadro economico "molto incerto".

Il presidente provinciale di Confcommercio, Tommaso Leone, commentando il sondaggio parla quindi di "ulteriore campanello d'allarme che fa il paio con il clima di fiducia delle famiglie, giunto al valore più basso da dicembre 2013, e con le stime sulla contrazione del pil diffuse oggi dall'Fmi: per invertire la rotta ed evitare che migliaia di imprese alzino bandiera bianca, non possiamo certo aspettare i soldi dell'Europa o altre settimane di di dibattito. Serve invece un piano urgente di azioni draconiane, nel quale ognuno dei pezzi della filiera istituzionale che governa il Paese faccia la propria parte".

(DIRE)

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