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Rischio contraffazione, "a Modena 1430 le piccole imprese potenzialmente coinvolte"

Piccole imprese artigiane della filiera moda esposte al rischio contraffazione. Guaitoli (Lapam Moda): “Presto la legge per il 100% Made in Italy”

“Per Lapam Confartigianato la tutela della qualità manifatturiera made in Italy e la lotta alla contraffazione sono impegni prioritari. Il mercato dei falsi rappresenta una grave minaccia per 95.000 piccole imprese con 475.000 addetti e l’Italia è il secondo Paese al mondo, dopo gli Usa, a subire i maggiori danni dalla contraffazione. Anche a Modena questo fenomeno è molto preoccupante. Per questo condividiamo gli obiettivi della proposta di legge per contrastare la contraffazione e istituire un marchio 100% per cento made in Italy”. 

Roberto Guaitoli, presidente di Lapam Moda, commenta così la possibilità di inserire nella legislazione italiana disposizioni in materia di contrasto alla contraffazione e l’istituzione del marchio 100% Made in Italy.

In provincia, secondo la ricerca, sono ben 1430 le piccole imprese artigiane potenzialmente coinvolte, imprese che danno da lavorare a 5.250 addetti, Modena è al decimo posto tra le province italiane sia per numero di imprese esposte al rischio contraffazione nella filiera della moda che per numero di addetti. 

“Diamo un giudizio positivo sull’iniziativa parlamentare – riprende Guaitoli - in particolare per quanto riguarda l’inasprimento delle sanzioni per i reati di contraffazione e di frode, auspicando anche il rafforzamento dell’azione di controllo da parte delle Forze dell’ordine. Altrettanto positiva la valutazione sull’obbligo di tracciabilità e di etichettatura dei prodotti, ma come Lapam Confartigianato suggeriamo un’attenta valutazione circa la compatibilità con le norme dell’Unione europea e un’applicazione diversificata sui settori produttivi. Anche le sanzioni in materia di etichettatura devono essere proporzionate in base ai profili di responsabilità, soprattutto nel caso di filiere produttive”.

Il presidente Lapam Moda prosegue il ragionamento: “Per arrivare a un efficace contrasto della contraffazione e per una effettiva tutela della indicazione d’origine dei prodotti, la strada maestra da seguire è l’armonizzazione della regolamentazione a livello europeo. In proposito, auspichiamo che la nuova legislatura del Parlamento europeo porti finalmente a termine il tormentato percorso di approvazione del regolamento sulla tracciabilità dell’origine dei prodotti, il cosiddetto ‘Made in’. Solo in questo modo sarà possibile fornire un’adeguata tutela del made in Italy, evitando tutte le possibili censure sul contrasto tra le normative nazionali e la disciplina comunitaria ed in particolare con il principio di libera circolazione delle merci”.

Infine una battuta sul marchio ‘100% Made in Italy’: “Suggeriamo di verificarne la compatibilità con i principi comunitari, inoltre va coordinato con le disposizioni del sistema di etichettatura obbligatoria. Chiudo – sottolinea Guaitoli – facendo presente che insieme alle attività di controllo e repressione, sono indispensabili attività di corretta informazione e sensibilizzazione dei consumatori sui danni della contraffazione in termini economici, e di minaccia alla salute e alla sicurezza”.

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