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Creare lavoro a Modena, le ricette alla Camera di Commercio

Lunedì 17 febbraio alla Camera di Commercio di Modena primo ciclo di incontri con imprenditori, docenti e amministratori

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

I tentativi fatti dopo la crisi e le politiche messe in campo negli ultimi anni non sono stati sufficienti a far ripartire l’economia del nostro paese e hanno indebolito i distretti e il tessuto produttivo del nostro territorio. Per ri-scrivere le “ricette” per la creazione di nuovi posti di lavoro soprattutto per giovani e precari, lunedì 17 febbraio 2014 alle 21 alla Camera di Commercio di Modena (in via Ganaceto 134) si incontreranno imprenditori, docenti, politici e amministratori al convegno “Creare lavoro” promosso dal Centro culturale Francesco Luigi Ferrari.
 
«L’idea di questo ciclo di incontri nasce dalla storia e dalla tradizione del Centro Ferrari che da sempre si è occupato di lavoro e di disuguaglianze – spiega il presidente Gianpietro Cavazza –. I protagonisti dell’economia modenese che hanno deciso di sedersi attorno allo stesso tavolo hanno in comune problemi ed esigenze e, probabilmente, anche gli stessi obiettivi per uscire dalla crisi. Ciò di cui si sente bisogno in questo momento è la volontà di lavorare insieme; da qui l’idea di avviare un confronto che proseguirà nei prossimi mesi».
 
Al primo incontro di lunedì 17 febbraio parteciperanno: Eugenia Bergamaschi, imprenditrice del settore agricolo; Oriello Fontana, imprenditore del settore tessile; Francesca Maletti, assessore alle Politiche sociali del Comune di Modena; Massimo Malpighi, imprenditore del settore agroalimentare; Silvia Manicardi, imprenditrice del settore del commercio; Franco Mosconi, professore di Economia e Politica industriale; Gianfranco Ragonesi, presidente della Fondazione Ceto Medio.
 
«Dovranno raccontarci in base alla loro esperienza che cosa si deve fare, sia come singoli sia come categoria che rappresentano, per liberare forze e risorse che oggi sono male impiegate, per individuare investimenti più efficaci, per dare certezze e sicurezze soprattutto ai soggetti più deboli e fragili, e per riscoprire il desiderio di fare le cose insieme».
 

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