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Economia

Unione Europea, la “liberalizzazione” del Lambrusco fa paura

Anche la Regione sollecita il Ministero, alle prese con le manovre di Bruxelles, dove si potrebbe liberalizzare la produzione svincolata dalla terra d'origine di quei vitigni che presentano nomi non legati ad un'indicazione geografica

Un no deciso al rischio  di “liberalizzazione” da parte della Ue dei vitigni  che sono espressione inequivocabile di un territorio.  E’ quello espresso dall’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli a proposito del Lambrusco. “E’ vero che il Lambrusco non è di per sé una denominazione geografica, ma da sempre è identificato con varietà che invece hanno un preciso riferimento territoriale: Sorbara, Santa Croce, Castelvetro, nel Modenese,  Montericco nel  Reggiano.  Non è un particolare di poco conto, ma la riprova che stiamo parlando di una famiglia di vitigni che sono tipici dell’Emilia e di una parte del mantovano, da sempre coltivati esclusivamente in queste zone e che  come tali sono identificati  in tutto il mondo.”   

Questa presa di posizione arriva dopo le ombre scure che si sono addensate sul futuro del nostro vino per eccellenza, a seguito delle manovre politiche in corso al Parlamento Europeo. L'allarme era stato lanciato da Paolo De Castro, eurodeputato Pd e coordinatore per il Gruppo Socialisti e Democratici della commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo. De Castro aveva messo in luce qualche giorno fa come i vini che prendono il proprio nome da un vitigno rischiano di essere depennati dalla lista dei vini protetti dall'Unione Europea.

In buona sostanza, vini come Labrusco, Vermentino, Sangiovese e altri – solo per citare i più “prossimi” - potrebbero essere prodotti anche in altri paesi UE, non potendo l'unione impedire ai viticoltori di impiantarli nei propri terrenti. Un'operazione non applicabile quando si parla di vini che riportano un luogo geografico nella propria denominazione, come ad esempio il Prosecco o il Chianti, ma potenzialmente attuabile per vitigni diversi.

“So che il ministero delle Politiche agricole sta seguendo la vicenda e che già nell’estate ha espresso motivatamente la propria contrarietà  alla proposta della Commissione Ue di rivedere l’attuale regolamento che tutela i vini Dop e  Igp – ha concluso  Caselli -  Come Regione sosterremo con forza  questa posizione nell’interessa dei nostri produttori e del nostro territorio”.

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