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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Negozi in crisi a Modena: quasi mille i licenziamenti

A fine settembre 2012 gli occupati nel settore sono calati di 959 unità, con un ritmo di - 150 al mese, che ci proietta ad un possibile arretramento di ben 1.400 occupati sull'intero 2012

Sicuramente quel 13° posto nella classifica delle provincie italiane, giudicate per la “qualità della vita”, firmata dal Sole24Ore non è male per Modena. Non è però nemmeno “bene” se si pensa che potrebbero aver infierito negativamente i dati dell’occupazione nel commercio di questa provincia. E se a calare è un settore che fino a pochi anni fa assorbiva parte degli esuberi del settore manifatturiero e dava occupazione, allora l’allarme c’è.

Sono dati che emergono da un’analisi dei primi nove mesi del 2012 che confermano che la crescita di questo settore ha iniziato a dare i primi segni negativi nel 2008, ha avuto un importante arretramento nel 2009 all’inizio della crisi. A fine settembre 2012 gli occupati nel settore sono calati di 959 unità, con un ritmo di - 150 al mese, che ci proietta ad un possibile arretramento di ben 1.400 occupati sull’intero 2012.

E’ il Centro per l’impiego della Provincia di Modena a dare questi dati che fanno anche pensare all’effetto negativo della liberalizzazione degli orari commerciali che forse ha “fatto saltare quel delicato equilibrio tra piccolo e grande commercio, tra commercio di prossimità e megastrutture commerciali, tra commercio nei centri storici e quello delle gallerie dei centri commerciali”.

Quello che doveva essere un aumento di occupazione nella Grande Distribuzione, con la riduzione invece degli occupati nel piccolo commercio, non è accaduto. Sono aumentati i licenziamenti, soprattutto vengono chiusi contratti a tempo pieno o indeterminati, mentre si favoriscono piccolo contratti a tempo, contratti a progetto, periodi di stage fini a se stessi.

Per Filcams CGIL e Uiltucs UIL “Diventa quindi ancora più urgente rivedere al più presto una normativa sulla deregulation degli orari depressiva sul fronte occupazionale, che riduce la concorrenza e che causa l'innalzamento dei prezzi al consumo”. Filcams CGIL e Uiltucs UIL sono in campo nella raccolta di firme per il proposta di Legge promossa da Confesercenti e dalla Conferenza Episcopale Italiana, che chiede di riaffidare alle Regioni la potestà legislativa in materia di commercio.
 

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