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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Il futuro dell'R-Nord: il fab lab di Makers Modena, tra stampanti 3D e strumenti digitali

La tecnologia 3.0 arriva a Modena con i fab lab di Makers Modena. Il progetto rientra nella serie di iniziative della Fondazione Democenter per creare a R-Nord un grande incubatore di startup per portare a Modena il futuro

La frase "il futuro è ora" non è stata tanto attuale come nei lab tecnologici con stampanti 3D e physical computers di ultima generazione. Stiamo parlando di New York o Londra? No di Modena e in particolare dei Makers Modena nell'ambito del progetto del Comune di recupero urbano e sociale del comparto R-Nord. E' proprio in questa zona che sono in fase di adattamento architettonico gli spazi destinati al nascente fab lab, coordinato da Fondazione Democenter, ma loro definiscono i fab lab semplicemente come: "Laboratori condivisi in cui costruire qualsiasi cosa. Proprio così, niente di più e niente di meno".

COSA SONO I FAB LAB? I fab lab sono luoghi per la produzione e la prototipazione condivisa che si basano sui principi della Fab Charter, connessi fra loro in una rete globale, al fine di trovare e definire gli attori, le competenze, la programmazione e l'animazione del laboratorio la cui apertura è prevista per l’autunno 2015.Il fab lab dell’area R-Nord (nome ufficiale ancora da definirsi), è uno dei due spazi previsti per il coinvolgimento di cittadini e imprese sui temi della manifattura digitale e alfabetizzazione tecnologica (vedasi “I Fab Lab a Modena” sul sito del Comune), verso il supporto a progetti concreti e applicativi, al coinvolgimento delle aziende sui temi dell’open innovation e al supporto di progetti imprenditoriali legati alla manifattura.

COME FUNZIONA. Nel 2001 il prof. Neil Gershenfeld dell’MIT, direttore del Center For Bits and Atoms (CBA), inizia uno studio sull’applicazione delle tecniche computazionali applicabili ai sistemi fisici e crea un laboratorio per la fabbricazione digitale, il primo “Fab Lab”. Da una prima fase in cui il CBA supporta l’apertura di laboratori simili in altre parti del mondo, si arriva presto al replicarsi del modello da parte di appassionati, ricercatori, educatori e hobbisti che collaborano con le comunità locali, i centri di ricerca e le aziende.

DA 50 A 500 LABORATORI ENTRO IL 2015. Da 50 laboratori nel 2011, si arriva ad oltre 500 in 63 paesi nel 2015. Il modello si declina in varie direzioni a seconda che il laboratorio sia concepito più a vocazione educativa-comunitaria piuttosto che orientato allo sviluppo del software o che si differenzi dall’essere pubblico, privato, informale o una miscela sfumatura tra queste cose: nascono quindi makerspace, hackerspace, Techshop ecc.

REQUISITI PER DIVENTARE FAB LAB. Per essere definito Fab Lab, connettersi alla rete ufficiale globale, utilizzare il logo della rete, lo spazio deve possedere alcuni requisiti: deve essere accessibile da parte del pubblico in maniera gratuita almeno per una parte della sua attività. Possono tuttavia essere applicate tariffe per l’utilizzo delle attrezzature e l’acceso a servizi particolari. Quindi bisogna sottoscrivere la Fab Charter, riportandola appesa nello spazio e sul proprio sito web, nonché disporre di un set base di strumenti collaborare con altri fab lab e partecipare alle iniziative della rete.  Esiste inoltre un rating internazionale da AAAA a CCCC (da migliore a peggiore), utilizzato per identificare lo standard qualitativo del fab lab.

ATTREZZATURE. Digitalizzazione e stampa 3D, attrezzature per taglio e incisione dei più svariati materiali, elettronica, sviluppo software, IOT, physical computing e  cucito digitale sono solo alcuni esempi di queste attrezzature. Le tipologie di attività che si svolgono in un fab lab hanno a che fare con l’educazione, la formazione, l’uso delle attrezzature in autonomia o supportati da altri, la progettazione ed il lavoro di gruppo. Il concetto di base è che se in ogni fab lab nel mondo troviamo sostanzialmente le stesse tipologie di macchine attrezzature diventa facile riprodurre i progetti e accelerarne lo sviluppo condiviso.

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