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Economia Spilamberto

Tav Mediopadana, lavori non pagati ad azienda modenese per 600mila euro

Al gioiello architettonico che inaugurerà nel reggiano ha partecipato anche la spilambertese Siderpress Spa, ma il committente non ha ancora pagato le forniture e l'ha trascinata in tribunale

Alle porte del modenese, nella frazione reggiana di Mancasale, sta per essere inaugurata la nuovissima stazione ferroviaria destinata all'alta velocità: un progetto di grande impatto architettonico e funzionale, che sarà l'hub ferroviario di tutta l'Emilia. Ma il caso che ci riguarda non tratta né di architettura né di mobilità, quanto piuttosto dell'ennesimo caso di mancati pagamenti e crisi aziendali, sullo sfondo del terremoto emiliano.

Alla stazione Mediopadana, che inaugurerà il prossimo 9 giugno, ha partecipato infatti anche la modenese Siderpress Spa, la quale non ha ancora ricevuto una cifra pari a 634mila euro per le forniture già installate. La ditta lavorava come subappaltatrice della friulana Cimolai, la quale ha aperto un contenzioso giudiziario e non ha ancora versato la cifra dovuta.

“Ieri pomeriggio – racconta Davide Pelloni, amministratore delegato di Siderpress Spa – si è tenuto un sopralluogo “in pompa magna” da parte di molti assessori comunali e provinciali di Reggio Emilia, tutti accorsi per vedere da vicino l’opera della stazione che tutti hanno definito “un gioiello”, una “vera e propria opera d’arte”. Tutti hanno potuto osservare ciò che è stato realizzato, peccato che nessuno si sia preso la briga di far presente un particolare e non abbiano notato un buon numero di operai che stavano facendo un  picchetto a due passi dalle autorità: un parte della stazione, quella relativa alle splendide travi bianche che sono il fiore all’occhiello dell’opera, non sono state pagate e stanno dando non pochi problemi proprio all’azienda Siderpress Spa di Spilamberto, con operai che hanno accettato anche di lavorare senza stipendio, credendo nella serietà dimostrata finora dall’azienda storica spilambertese, cosa che hanno fatto anche i fornitori”.

M andiamo con ordine. I guai sono incominciati l'anno scorso alla fine di maggio a causa del sisma: il parziale crollo del capannone di Mirandola ha costretto Siderpress a delocalizzare la produzione a Spilamberto e ha ritardato così la consegna di circa un mese e mezzo. Proprio da questo ritardo, Cimolai ha tratto motivo per rifiutarsi di pagare la fattura di 634mila euro di materiali già consegnati. Non solo, ma ha fatto pervenire tramite il proprio legale una richiesta di danni pari ad 1milione e 200mila euro

“La commessa prevedeva la realizzazione di 191 elementi metallici a forma di U rovesciata, per un importo di un milione e 800mila euro. Subito dopo il terremoto continua l'ad Pelloni - era stata decisa, d'intesa con Cimolai, una riduzione: Siderpress ne avrebbe fatti solo 136, per un milione e 200mila euro. Tuttavia – continua Pelloni - il lavoro è stato eseguito perfettamente, con le approvazioni di Italfer e dell'Istituto italiano di saldatura. Abbiamo fatto un’ingiunzione di pagamento al tribunale, che è stata accolta e resa immediatamente esecutiva con data 19 marzo 2013, con tanto di pignoramento dei conti presso le banche ed il credito di Italfer legati all’azienda di Pordenone. Cimolai però ha temporeggiato ed ha incredibilmente ottenuto uno spostamento di una nuova udienza a settembre, tra quattro mesi, adducendo motivazioni assolutamente discutibili e comunque non adempiendo al pagamento ingiuntivo del tribunale. 

“Chiedo alle istituzioni di fare qualcosa – chiude Pelloni – non è possibile che venga inaugurata la stazione e che le autorità non muovano un dito perché chi ha contribuito a realizzarla non venga pagato”.

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