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Lavoro e università: aumentano gli occupati targati Unimore

I dati relativi al 2010 parlano del 69,5% di laureati assunti a un anno dal conseguimento del titolo: "paperoni" gli studenti usciti da Medicina, Scienze della Formazione e Scienze della Comunicazione e dell'Economia

L’Unimore sconfigge la crisi e si conferma una delle migliori università in Italia quanto al numero di occupati a un anno dalla laurea. I dati forniti dal consorzio Almalaurea e relativi all’anno 2010 parlano chiaro: il 69,5% degli ex studenti ha trovato lavoro, mentre la disoccupazione tocca poco più del 10% dei diplomati. L’indagine di Almalaurea, che ha interessato 186.000 laureati usciti dai 57 atenei che aderiscono al Consorzio Interuniversitario, quindi tutti i 3.482 laureati di Modena e Reggio dell’anno solare 2010 (1.435 uomini e 2.047 donne), mette in luce una situazione italiana difficile, acuita anche dalle differenze di genere e dalle dislocazioni territoriali.

Per questo motivo i dati riguardanti l’Unimore sono ancora più sorprendenti: gli occupati al 69,5%, percentuale migliorata dell’1,7% rispetto all’anno precedente, collocano il nostro ateneo al secondo posto in Italia tra le università generaliste (fa meglio solo Verona), cioè quelle medio-grandi, con più di 3.000 diplomati all’anno. La percentuale è ancor più significativa se la si confronta con i risultati delle altre università in regione: Ferrara, 61,6% di occupati; Parma il 61,0% e Bologna il 58,5%.

La disoccupazione ammonta al 10,7%, un dato più che confortante solo in parte oscurato dai guadagni pro capite dei diplomati: 1.110€ al mese come primo stipendio medio, ma i numeri cambiano se si analizzano le differenze di genere. Gli uomini infatti percepiscono 1.215 €, le donne 1.041, anche se, rispetto a quanto accadeva l’anno prima c’è stato un progresso salariale di 20 euro mensili, se si pensa che nel 2010 un laureato Unimore nel primo anno di lavoro non andava oltre i 1.090 euro (1.185 per i maschi e 1.026 per le femmine).

Rimane chiaro che i distinguo rimangono anche tra facoltà e facoltà, e scomponendo l’analisi si può evincere che le differenze sono davvero profonde: per fare alcuni esempi, si passa dagli appena 782 €/mese che arrivano in tasca ad una giovane laureata di Bioscienze e Biotecnologie fino ad arrivare ai 1.579 €/mese di un laureato maschio in Scienze della Formazione o ai 1.466 €/mese di un laureato uomo in Medicina e Chirurgia e ai 1.463 di un laureato uomo di Scienze della Comunicazione e dell’Economia. Per tutti sono comunque in via di miglioramento anche le modalità di assunzione: forme di lavoro stabile (autonomo o indeterminato) si attestano al 31,1%, e aumentano anche i contratti di formazione e apprendistato (14,5%).

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