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Economia

Piccole e medie imprese rischiano mancato credito da parte delle banche

Per la CNA le piccole e medie imprese non potranno usufruire in toto dei finanziamenti messi dall'Unione Europea nelle banche italiane, perché poche regole che incentivino gli istituti di credito a cedere denaro alle aziende

Il settore della moda, nonostante le difficoltà che attraversa da anni e la crisi dei diversi mercati, è ancora oggi un settore di grande importanza nell’economia del nostro paese e, in particolare, sul nostro territorio. I dati lo dimostrano: l’industria italiana del tessile, dell’abbigliamento, della pelletteria e delle calzature ha un fatturato vicino ai 62 miliardi di euro e un export che si aggira sui 48 miliardi di euro, con un surplus della bilancia commerciale di poco inferiore ai 20 miliardi. Nella nostra provincia, solo nel primo semestre 2014, le esportazioni del settore hanno sfiorato i 400 milioni di uro, poco meno del 7% del totale.

PROBLEMI NEI FINANZIAMENTI. Certo è che oggi, per sopravvivere, le aziende hanno bisogno di quella liquidità economica spesso latente, innescando una sorta di dipendenza fisiologica dagli istituti di credito. Un rapporto, quello con le banche, difficile per le imprese, soprattuto in un momento come questo di piena recessione, con una burocrazia che invece di calare sale e una disponibilità di concessione prestiti in continuo deterioramento. 

QUANTI SOLDI ARRIVERANNO ALLE IMPRESE? Gli istituti di credito dell’area Euro hanno battuto cassa per 82,6 miliardi, 23 dei quali (il 28%) sono finiti in mano a gruppi italiani. Questi sono i risultati del primo appuntamento della nuova sessione di rifinanziamenti a lungo termine organizzati dalla BCE: il meccanismo, simile a quello delle aste di fine 2011, fornisce denaro alle banche con una scadenza di quattro anni e a tassi d’interesse per gli istituti ultra vantaggiosi (questa volta pari allo 0,15%), così da spingerle a concedere credito a imprese e famiglie per fare ripartire l’economia. Parole molto belle, ma a fatti bisognerà vedere quanti di questi soldi saranno realmente girati a imprese e privati.

LA BCE HA FISSATO POCHI VINCOLI PER LE BANCHE. È proprio per questa ragione che la Bce – afferma Marco Gasparini Vice Presidente Nazionale di CNA Federmoda e Presidente Regionale Federmoda Emilia Romagna- in questa nuova tornata di finanziamenti, ha stabilito che i soldi che escono dalle casse di Francoforte debbano essere trasferiti a imprese e famiglie in forma di credito, con la precisazione che le nuove operazioni, a differenza delle precedenti, siano “finalizzate”. Il problema, è che i pochi vincoli fissati dalla Bce per spingere le banche a erogare credito sono deboli, con sanzioni praticamente inesistenti. Proprio per questo, come CNA saremo molto attenti a verificare che questi soldi non si fermino alle banche, ma al contrario arrivino veramente alle imprese e alle famiglie”.

BISOGNA DIFENDERE LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE. La dimensione delle aziende nel nostro territorio è prevalentemente piccola e media  - interviene Tamara Gualandi Presidente di CNA Federmoda Modena -  e molti marchi avrebbero bisogno di irrobustirsi sotto il profilo patrimoniale e operativoma è importante sottolineare come sia necessario, anche per dare una mano all’economia nazionale, puntare con decisione sulla valorizzazione della filiera. Le competenze specialistiche racchiuse in ciascuna realtà artigianale e imprenditoriale sono talmente uniche da dover essere a tutti i costi difese e, se possibile, valorizzate. È un compito che dovrebbe essere messo in pratica dall’intero sistema, banche in testa”.

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