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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Maranello

Fiom e Ferrari, si riapre la diatriba negli stabilimenti del Cavallino

Nuove tensioni sindacali tra i metalmeccanici Cgil e i vertici dell'azienda di Maranello. La Fiom: "Su orari e assemblee l'azienda è sorda, siamo pronti a mobilitarci"

Nuove agitazioni tra i sindacati e i lavoratori di Ferrari. Se sono le relazioni nel gruppo Fca nel suo complesso che restano complicate, a partire dall'incertezza sui nuovi modelli Maserati dal 2017 nello stabilimento di Modena, monta un nuovo pressing anche attorno al Cavallino (proprio nel giorno in cui la Gtc4 Lusso, erede della Ff, è scesa tra le strade dell'Alto Adige per le prime prove dopo la presentazione a Ginevra). 

Avvisano oggi a Modena il segretario Fiom-Cgil Cesare Pizzolla e il funzionario Fiom di Maranello Edo Rioli: "Convocheremo le Rsa entro una decina di giorni per decidere il da farsi. Nuove mobilitazioni? Nessuno strumento è escluso". La battaglia resta quella sulla piattaforma Fiom dello scorso novembre proposta all'azienda, senza successo. Le tute blu chiedono un orario di lavoro "non deciso unilateralmente" dalla dirigenza aziendale, un inquadramento professionale "meglio adeguato" al valore aggiunto Ferrari, le medesime condizioni economico-normative per "tutti i lavoratori" al di là del contratto nazionale di riferimento. Non solo: si sollecita pure "un premio di risultato compatibile con un bilancio aziendale che sfonderà i tre miliardi di euro di fatturato, con un utile consistente". 

Si gradirebbe un premio che in particolare passi dai 4.520 euro del 2015, al netto delle assenze, a 6.500. "La piattaforma, votata da 500 lavoratori, è stata inoltrata a Ferrari. Ma ci hanno risposto che non ne terranno assolutamente conto, perchè arriva da un sindacato non firmatario del contratto specifico applicato. Noi non avremmo titolo, insomma, solo perchè non ci siamo piegati alla firma di un contratto non utile", spiegano Pizzolla e Rioli, che contano complessivamente "2.750 lavoratori" in Ferrari. 

La dirigenza aziendale quindi, riepiloga il segretario Fiom, "non tiene conto nè delle sentenze della Corte costituzionale specifiche nè della volontà dei lavoratori o 'collaboratori', come dice Marchionne". Sulle assemblee interne, ad esempio, "arriviamo sempre secondi: gli altri sindacati possono tenere assemblee alle 9, noi dobbiamo farlo alle 5". E si', conclude Pizzolla, "che siamo il sindacato piu' rappresentativo: nell'unico momento in cui si è potuto votare tra liste contrapposte, con l'elezione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, la Fiom è arrivata prima. Ma qui continuano ad estrometterci dal tavolo delle trattative". 

(DIRE)

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