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Biomedicale. Addio al test della lampadina, da Cavezzo arriva il pupillometro

Il tradizionale controllo della reattività pupillare, svolto da medici e infermieri per valutare la condizione neurologica del paziente, diventa finalmente “smart”: disponibile in Italia un sistema combinato di LED e infrarossi che misura in modo oggettivo le dimensioni della pupilla

Uno degli esami più rappresentativi della professione medica, cioè la verifica della reattività pupillare attraverso uno stimolo luminoso - spesso ottenuto con una lampadina tascabile più o meno carica -, potrebbe avere le ore contate, almeno nei reparti dove un monitoraggio oggettivo della condizione neurologica del paziente sarebbe fondamentale. E’ infatti disponibile anche in Italia il pupillometro, un dispositivo che combina un’ottica a infrarossi ad alta precisione, una luce a LED a luminosità standard e un piccolo computer che memorizza ed elabora i dati della pupilla. Lo struento è distribuito in Italia dalla Artech di Cavezzo, importante azienda del biomedicale rinata dopo il sisma del 2012.

Il pupillometro NeurOptics NPi-200 è tecnicamente uno scanner ottico manuale che stimola il restringimento della pupilla con un delicato fascio di luce. La telecamera a infrarossi acquisisce 90 immagini in 2,7 secondi registrando l'intera risposta pupillare dalla situazione di partenza al restringimento e alla ridilatazione. Il computer interno analizza e visualizza i dati relativi alla pupilla, comprese le dimensioni e la velocità nel restringersi e nel ritornare alla dimensione iniziale. La tecnologia a infrarossi abbinata ad un sofisticato algoritmo apprezza le variazioni al decimo di millimetro, rendendo l’esame accurato, affidabile e indipendente dall’esaminatore.

Il tradizionale esame della pupilla diventa quindi “smart”, anche perché i dati vengono registrati dal pupillometro su una memoria, chiamata “Smart Guard”, che, in ottemperanza alla normativa sulla privacy, resta associata a un singolo paziente e può essere formattata facilmente quando necessario. In futuro è previsto che il pupillometro e la sua memoria “Smart Guard” possano essere collegati ai sistemi di cartella clinica elettronica, in modo da poter trasferire più velocemente i dati del paziente nel suo “fascicolo virtuale”.

Oltre che in neurochirurgia e in nurorianimazione, il pupillometro può essere utilizzato efficacemente in campo anestesiologico e in medicina del dolore, nei reparti grandi ustioni e in oftalmologia.

“Grazie al pupillometro – prosegue il professore e direttore della Neurorianimazione Giuseppe Citerio - ci sono condizioni nelle quali riusciamo a determinare meglio l'evoluzione neurologica in peggioramento e a reagire più tempestivamente, quindi, globalmente direi che ha consentito di migliorare il trattamento di tutti i nostri pazienti gravi con danno neurologico evolutivo. Il dispositivo esprime la reattività della pupilla attraverso dei numeri, quindi adesso è possibile tracciare grafici delle dimensioni e della reattività della pupilla per osservarne i cambiamenti nel tempo come si fa con qualsiasi altro segno vitale, e avere dei numeri – prosegue Citerio – è un’importante differenza rispetto al passato dove c'era solo una valutazione sulla positività o la negatività del riflesso; oggi abbiamo una misurazione della velocità di costrizione del calibro quindi riusciamo a quantificare bene quello che prima era solo visualmente analizzato dall’infermiere. L'infermiere nel suo turno poteva dirmi ‘mi sembrano meno reattive le pupille’ e l'informazione ha un peso diverso dal dire ‘abbiamo perso il 10 per cento di reattività pupillare nell'ultima ora’ che diventa un'informazione molto forte”.

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