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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Crisi o ripresa? A Modena cresce il tasso di disoccupazione. Donne in controtendenza

Il rapporto stilato da Ires-Cgil fornisce un quadro del mercato del lavoro provinciale a tinte chiaroscure. Sempre più persone cercano lavoro, ma tante sono anche scoraggiate

Negli ultimi cinque anni si sono perse oltre 2.000 imprese (-3%), che salgono a quasi 3.000 (-4,3%) se si parte dal 2009, e il mercato del lavoro non può non risentirne. Cresce l'occupazione (soprattutto femminile), come in Emilia-Romagna e in Italia, segnando il miglior dato dal 2009 a oggi, ma cresce anche il tasso di disoccupazione, oltre la media regionale e nazionale. E questo perchè sono aumentate le persone attive, quelle che cercano lavoro, anche se pesano sempre gli scoraggiati: il tasso di mancato partecipazione, infatti, qui supera il trend emiliano-romagnolo. 

È un quadro di luci e ombre quello dipinto dal decimo osservatorio economico della provincia di Modena, aggiornato al 2017 e illustrato oggi dalla Cgil sulla base dei numeri del suo istituto di ricerca Ires (su dati di Istat, Inps, Unioncamere, Regione Emilia-Romagna, Eurostat). 

Il rapporto illustrato da Valerio Vanelli esplora tutta l'economia provinciale. L'industria in senso stretto segna un livello di fatturato mai toccato negli ultimi sei anni e chiude con un +6,2%; la produzione è in aumento del 5,2%, risultano in crescita gli ordini dall'Italia e dall'estero. Per le costruzioni, pende un incremento del valore aggiunto nel 2018 (+0,8%) in rafforzamento nel 2019 (+1,3%). Il commercio, invece, registra anche nel 2017 un segno meno sulle vendite. Le esportazioni, più in generale, si confermano decisive: +5,3% sul 2016, inferiore al +6,7% dell'Emilia-Romagna.

Entrando nel mercato del lavoro, gli occupati nell'ultimo anno sono aumentati di 2.000 unità rispetto a quello precedente, pari a un +0,6% decisamente inferiore rispetto alla crescita di 13.000 unità (+4,3%) fra 2015 e 2016. In ogni caso, migliora il tasso di occupazione passando dal 68,8% del 2016 al 69,1% del 2017, posizionandosi al di sopra del tasso dell'Emilia-Romagna (dal 68,4% al 68,6%). Il miglioramento dell'ultimo anno segue quello più consistente fra 2015 (65,9%) e 2016 (68,8%): sebbene sia ancora distante dal quasi 71% del periodo pre-crisi, diventa il valore più alto dal 2009. Appunto, si tratta soprattutto di donne: nell'ultimo anno mostrano un incremento dell'1,3% (e del 3,6% fra il 2008 e il 2017), mentre la componente maschile segna +0,2% nell'ultimo anno e una leggera flessione (-0,6%) nel medio periodo. Se inoltre si considera l'intero arco 2008-2017, i lavoratori autonomi si sono ridotti di un quinto (-20%), mentre quelli dipendenti sono aumentati del 9,3%. 

In tutto questo a Modena si assiste a un nuovo incremento delle persone in cerca di occupazione, la cui numerosità aumenta del 7,6% (1.700 persone in più) a fronte del -6,1% regionale e del -3,5% nazionale. Il tasso di disoccupazione provinciale passa così dal 6,6% del 2016 al 7,1% del 2017 superando quello regionale, che scende invece dal 6,9 al 6,5%. Il tasso locale appare molto "più elevato non soltanto di quello del periodo pre-crisi", quando non superava quasi mai il 4% e in alcuni anni era sceso sotto il 3%, ma anche rispetto alla prima fase della crisi: fra il 2009 e il 2011 si aggirava infatti intorno al 5%. 

In realtà, il tasso provinciale è più elevato di quello regionale solo per la componente femminile. E se quindi ai disoccupati rilevati dall'Istat si aggiungono i cosiddetti scoraggiati, si ottiene un tasso di mancata partecipazione che risulta a Modena pari all'11,5%, superiore all'11,1% medio regionale. 

(DIRE)

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