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Economia Castelnuovo Rangone

Reintegro graduale, i primi lavoratori Castelfrigo rientrano in fabbrica

Mentre la battaglia si sposta in Tribunale per ripristinare il rapporto di lavoro in capo alla Castelfrigo e per chiedere un pronunciamento sulla potenziale condotta antisindacale

Rientrano, pian piano, i lavoratori in appalto della Castelfrigo. Il richiamo della Regione all'accordo di ricollocazione firmato il 29 dicembre sta sortendo i suoi effetti concreti, dopo un primo tentativo dell'azienda di Castelnuovo Rangone, stoppato dalla Flai-Cgil, di ingaggiare altri lavoratori. Messi da parte quindi i sei addetti che stavano per essere assunti nonostante si trovassero al di fuori della vertenza, questa mattina prima dell'alba in via Allende a Castelnuovo sono stati rioccupati i primi due lavoratori tra i 75 licenziati delle coop spurie: si tratta di un ghanese e un cinese. 

"Domani ne rientreranno altri due e poi altri due ancora", fa sapere Marco Bottura della Flai-Cgil di Modena, confermando che il meccanismo per ricollocarli resta quello centrato sull'agenzia interinale di Mantova Sapiens. Intanto, dopo il ripristino dell'intesa del 29 dicembre il blocco Cgil dei camion carichi di merce è stato sciolto ma il presidio nel piazzale della Castelfrigo rimane. 

A Radio Articolo 1 Bottura evidenzia sul quadro giudiziario in cui è impegnato il sindacato: "I 70 licenziamenti Castelfrigo finiscono in Tribunale, è un'azione necessaria che accompagna questo tipo di vertenze. Stiamo parlando di false cooperative, di lavoratori che di fatto erano dipendenti di Castelfrigo: questa sarà la tesi oggetto di dibattito in Tribunale", precisa il segretario modenese Flai. 

In sostanza, verrà inoltrata una causa legale per ripristinare il rapporto di lavoro in capo alla Castelfrigo che sarà affiancata dalla querela per comportamento antisindacale a carico della stessa azienda. Per la condotta anti-sindacale ci si rifà ai documenti 'separati' firmati dalla Castelfrigo e dalla Fai-Cisl il 27 dicembre, contestati a più riprese dalla Cgil: "è da questi che si deduce un chiaro comportamento antisindacale, la preferenza per un sindacato rispetto a un altro. La nostra mobilitazione è più che mai anche legale", tira le somme quindi Bottura, pur parlando di "ferita con la Cisl da sanare" in un territorio "che da vent'anni registra il ricorso da parte delle imprese di lavoratori in appalto per risparmiare", non solo nel distretto della lavorazione delle carni. 

Nel frattempo, anche la Cgil Emilia-Romagna non molla il caso Castelfrigo. Il suo segretario Luigi Giove segnala via radio: "Rimane un clima resta di grande tensione e di grande stress tra i lavoratori. Parliamo di più etnie e di persone che non capiscono bene la lingua, per questo il dialogo è sempre complesso e articolato". In generale permane una certa "mancanza di fiducia, agli impegni che l'impresa assume monta sempre una prima diffidenza. Poi certo, registriamo una gran determinazione nei volti dei lavoratori: hanno capito che è in gioco la loro dignità e quella degli altri loro colleghi del settore. Andremo avanti a battagliare contro ogni sfruttamento". 

(DIRE)

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