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Coop Estense, i lavoratori in sciopero invadono il centro

Sabato mattina di protesta per i lavoratori Coop Estense per reclamare condizioni di lavoro più dignitose: "Viviamo condizioni di vero e proprio ricatto". Ecco le loro storie tra precariato e disagi in famiglia

Volti stanchi, volti arrabbiati, volti per lo più di donne che reggono bandiere, striscioni. Tanti piccoli Davide contro il grande Golia, Coop Estense. Questi sono i 150 lavoratori dipendenti del colosso di viale Virgilio in sciopero nella giornata di oggi, sabato 22 settembre, per ottenere innanzitutto migliori condizioni di lavoro, sciopero unitario, come ribadito dalle sigle del commercio di Cgil, Cisl e Uil.

QUALE LAVORO? - Dopo più di 20 anni di onorato servizio, c'è chi non riconosce più la cooperativa. È il caso di Simona, rsa Coop Estense presso l'ipermercato di Carpi: “La qualità del lavoro è degenerata, abbiamo iniziato con diritti e valori, oggi ci troviamo disgregati, maltrattati e viviamo spesso condizioni di vero e proprio ricatto”. La domanda, più pressante e ribadita a più riprese dai manifestanti riunitisi in piazza Cittadella per poi proseguire in un corteo in via Emilia Centro, è quella di tornare ai valori fondativi della cooperazione: “Oggi, invece, non esistono più questi valori – prosegue Simona – Chiediamo a Coop Estense di non comportarsi da finanziaria, di non fare investimenti milionari in non si sa che cosa, di non ignorare le famiglie. Io non riesco ad andare a lavorare alle 6 del mattino perché non so a chi lasciare mio figlio. Ma la risposta della Coop è 'Questo non è un problema mio'”. I lavoratori del commercio hanno posto l'accento sulla degenerazione avutasi negli ultimi due anni caratterizzati da aperture domenicali selvagge: “In questo ultimo periodo si è decisamente passato il segno – rincara Simona – Lavorare così nel 2012 significa non riconoscere più la mia cooperativa, sono costretta a pagare 15 euro all'ora la baby sitter la domenica quando io, invece, ne percepisco 8. È inutile che loro mi dicano di non avere in vendita palloni cuciti dai bambini o di impegnarsi in iniziative ambientaliste, poco ci importa. Bisogna cominciare a lavorare sul territorio e rispettare le persone in quanto tali”.

DISAGI - Secondo Rosa d'Ammicco, rsu Coop Estense presso la Camera del lavoro, il nodo qualità del lavoro per i dipendenti Coop ha radici più profonde: “Sono un po' di anni che il disagio è avvertito – spiega – Già la flessibilità che Coop richiede ai propri lavoratori da tempo crea problemi non indifferenti”. Sì, il contratto integrativo aziendale è la battaglia principale, ma prima c'è anche una questione di mentalità da affrontare con decisione: “È l'affermazione del valore che è venuta a mancare in Coop – evidenzia Rosa d'Ammicco – È inutile che Coop Estense si rifugi dietro alcuni slogan (“Siamo gli unici ancora a creare lavoro”, ndr), occorre che ci sia anche dignità e qualità: qualora mancassero questi elementi, non stiamo parlando di lavoro ma di qualcos'altro”. Ha fatto molto discutere l'impiego negli ipermercati di lavoratori interinali per sostituire quelli in sciopero: “Coop purtroppo ha questa abitudine – commenta la rappresentante rsu – Parliamo di lavoratori che prestano attività per pochissimo tempo, questo non è dare lavoro, ma è sfruttare la disoccupazione”.

CONTRATTO - A guidare la mattinata di protesta è il segretario Filcams Cgil Marzio Govoni: “Sono passati 144 giorni da quando è stato didsdettato il contratto aziendale Coop Estense – argomenta di fronte ai manifestanti – Avremmo voluto che si trattasse di uno sciopero normale per Coop Estense, ma abbiamo registrato tentativi di non fare scioperare le persone con argomenti incommentabili”. Le richieste? Ripresa del confronto, trattative serrate e un contratto per risolvere i problemi drammatici che affliggono i lavoratori di Coop Estense: “Si respira un pessimo clima – riferisce Govoni – C'è sempre maggiore disorganizzazione portata dalla scelta unilaterale di procedere ad aperture illimitate di negozi e ipermercati che ha portato ad un aggravio per le vite delle persone: l'80% del personale Coop Estense è formato da donne part time che hanno avuto la vita sconvolta dalle aperture domenicali, aperture che hanno reso impossibile la conciliazione tra lavoro e vita personale. Chiediamo non ci siano arretramenti economici, chiediamo si riduca un precariato in azienda oggi forte come non mai”. E le paginate a pagamento sui giornali per spiegare le proprie ragioni? “Se fossero cose serie, i gruppi dirigenti le pagherebbero con le loro consistenti retribuzioni. Tutto questo, tra l'altro, avviene in un momento in cui non siamo riusciti con Coop Estense a rispondere alle esigenze dei lavoratori coinvolti dal terremoto in modo adeguato: Coop, infatti, non ha riconosciuto i ratei di 13esima e 14esima sulle casse integrazioni della Bassa. Penso che il costo sarebbe stato molto inferiore rispetto a queste paginate e tutti avremmo fatto una figura migliore”.

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