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Economia

Sciopero con presidio alla Fonderia San Possidonio

Protesta organizzata dalla Rsu aziendale e dai sindacati Fiom-Cgil e Fim-Cisl in risposta alla decisione unilaterale dell'azienda di disdettare il contratto aziendale

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

Sciopero di 8 ore oggi, venerdì 4 ottobre, con presidio davanti ai cancelli della Fonderia San Possidonio Srl (via Don Minzoni, 14), azienda di 130 addetti che produce fusioni di basamenti motore e parti di telaio a pressofusione per importanti gruppi del settore auto e moto. Lo sciopero è stato proclamato dalla RSU aziendale e dai sindacati Fiom-Cgil e Fim-Cisl in risposta alla decisione unilaterale dell'azienda di disdettare il contratto aziendale. 

La disdetta, e quindi la comunicazione che dal 1° gennaio 2014 tutti gli accordi  aziendali in essere non saranno più applicati dall'azienda, “irrompe come un fulmine a ciel sereno in una vertenza avviata da diversi mesi contro la pretesa aziendale di ridurre il costo del personale” spiegano i sindacalisti Erika Morselli Fiom/Cgil e Alessandra Gamba Fim/Cisl. Vertenza che, dati gli elementi di forte criticità in discussione, ha già portato ad una richiesta di attivazione del tavolo istituzionale presso la Provincia. La Fonderia San Possidonio Srl (così come tutte le altre fonderie del gruppo Mazzucconi di Bergamo) è in concordato preventivo dall'ottobre 2009 e fino al dicembre 2014. Un concordato con continuità dell'attività produttiva, riconoscimento ai creditori chirografari fino al 65% e a seguito del quale l'azienda ha rilanciato la sua attività sul sito modenese, aumentando l'organico e investendo in nuove tecnologie. 

Gli eventi sismici del maggio 2012 hanno portato ad un fermo produttivo di circa 3 settimane, sufficienti per il ripristino e la messa in sicurezza del sito, ma hanno provocato ad un consistente numero di lavoratori la perdita o il danneggiamento dell'abitazione. A giugno la proprietà ha presentato alla RSU, un piano di riduzione del costo del personale basato sul  congelamento di 3 anni del premio di risultato, sospensione per 3 anni dell'indennità di mansione e slittamento di 12 mesi degli aumenti della paga previsti dal Contratto Nazionale (complessivamente circa una mensilità all'anno per ogni lavoratore), motivando la richiesta come “sacrificio momentaneo dei lavoratori”  per onorare il buon esito del concordato. 

“Fin da subito la nostra  posizione e quella della RSU è stata di netta contrarietà - dicono Morselli e Gamba di Fiom e Fim - non si chiede il conto ai lavoratori delle errate decisioni aziendali, e non sono i lavoratori che devono onorare i debiti del concordato. L'azienda – aggiungono i sindacalisti - intende operare una riduzione programmata e definitiva del potere di acquisto delle retribuzioni, senza discutere del progetto industriale del sito per i prossimi anni: questa non è certo una modalità accettabile per uscire dalla crisi”. Negli incontri che si sono susseguiti da giugno a settembre non si è trovata alcuna soluzione condivisa, nonostante le  proposte avanzate. “Abbiamo quindi deciso di chiedere l'attivazione del tavolo istituzionale in cui ci aspettiamo la presentazione del piano industriale e la condivisione di modalità che escludano il taglio dei salari senza possibilità di recupero”. 

La  formalizzazione della disdetta dei contratti aziendali, sebbene da gennaio 2014, vizia la possibilità di un confronto sereno in Provincia, ponendo i lavoratori sotto ricatto. Con lo sciopero ed il presidio di domani i lavoratori e la RSU della Fonderia San Possidonio dicono no ai ricatti, no alla riduzione degli stipendi, no alle imposizioni unilaterali. 

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