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Economia Mirandola

Terremoto, a Mirandola chiuso il 90% delle pmi del terziario

Confesercenti: “Collocare in zona adeguata e in breve tempo, le imprese del centro storico affinché non chiudano definitivamente”. Comune e associazione collaborano per agevolare scelta imprenditori

“Ce la metteremo tutta, ci rialzeremo!”. Nessuno vuole arrendersi nemmeno tra gli imprenditori del commercio e del terziario di Mirandola, nonostante la devastazione recata dal sisma alla città. “Stiamo attivando ogni azione possibile volta al sostegno delle imprese - fa sapere Confesercenti – al fine che questo stop forzato del lavoro dovuto ad eventi sismici inimmaginabili, duri il meno possibile e l’attività possa ripartire”.

È spaventosa la conta dei danni, operata dall’Associazione imprenditoriale modenese. Il terremoto del 29 maggio scorso ha peggiorato una situazione già di per sé grave. Se in un primo momento risultavano essere la metà i piccole e medie imprese lesionate gravemente dal sisma, oggi nel solo centro storico la quasi totalità delle oltre 160 attività presenti, risulta essere chiusa data l’inagibilità per motivi di sicurezza dell’intera zona del centro. A questo dato già di per sé pesantissimo vanno ad aggiungersi, buona parte di tutte quelle imprese – all’incirca un centinaio - situate nell’immediata periferia del centro che malgrado i danni, avevano, in un primo momento riaperto e ripreso l’attività commerciale.

Tutti i settori risultano essere stati duramente colpiti: alimentare, extralimentare e abbigliamento, servizi, turismo e ristorazione; mentre ancora non sono stimabili, se non nell’ordine di diversi milioni di euro i danni relativi alla merce alimentare e non, come del resto alle attrezzature di lavoro. Danni materiali, a cui ovviamente si somma il collasso delle vendite. Un quadro del tutto desolante dal quale emerge solo il 10% del totale delle attività del commercio e dei servizi di Mirandola che è riuscita a riprendere il lavoro.

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