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Economia Finale Emilia

"Bassa Modenese: rete del commercio in grave difficoltà"

La denuncia di Confesercenti: “Il 10% delle imprese ha già chiuso o rischia la chiusura. Occorre monitorare la situazione per poter meglio finalizzare i progetti e gli interventi necessari”

Non c'è ricostruzione, non c'è ripresa per la rete del commercio nella Bassa Modenese. A denunciarlo è Confesercenti Modena: circa il 10% delle imprese ha già chiuso o rischia la chiusura. Questa la situazione drammatica delle imprese del commercio, dei servizi e della ristorazione nell'Area Nord della provincia e nel territorio di Novi.

Su un totale di 1.714 imprese, 940 (il 54%) risultano in attività nella loro sede abituale, mentre 612 hanno delocalizzato o sono in procinto di delocalizzare in strutture alternative: 464, il 27%, hanno optato per strutture temporanee, i container, e 148, il 9%, per strutture murarie (negozi sfitti). "Quasi la metà della rete è ancora pesantemente coinvolta dagli effetti del sisma - ha affermato Mauro Bega, direttore di Confesercenti Area Nord - Le situazioni più critiche riguardano il Comune di Mirandola, in cui 200 imprese sono state indotte a ricercare una nuova ubicazione; Concordia, dove a questa necessità è stata costretta l'80% delle imprese; San Felice, in cui ancora oggi il 60% delle attività imprenditoriali non ha alcuna possibilità di rientrare nella propria sede e le prospettive di delocalizzazione sono ancora tutte da approntare; l'area di Novi in cui su 174 imprese, il 20% ha cessato o sconta un futuro molto incerto".

Per Confesercenti è necessario "che si accelerino le condizioni affinché gli indennizzi arrivino in tempi brevi per le attività produttive. Ma è pure indispensabile predisporre condizioni di credito agevolato non solo per la ricostruzione, ma anche per consentire alle imprese di ristrutturare la propria attività, innovare e creare i presupposti per restare sul mercato".

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