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Aumenta l'utile di Seta, ma è “drogato” da riserve e minori tasse

L'azienda del trasporto locale "guadagna" 5,2 milioni nel 2015, ma non è tutto oro quello che luccica. Gare in stallo e un 2016 pieno di sfide. Bulgarelli: "Rafforzeremo struttura patrimoniale"

Per il terzo anno consecutivo, l'azienda dei trasporti pubblici Seta (Modena-Reggio-Piacenza) chiude il bilancio col segno positivo. L'assemblea dei soci ha infatti approvato all'unanimità la proposta formulata dal Cda, che per l'esercizio chiuso al 31 dicembre 2015 vede i passeggeri in aumento di quasi il 5%, i proventi dalla vendita di biglietti ed abbonamenti cresciuti del 7,3% ed un utile netto di 5,2 milioni di euro (oltre tre a preconsuntivo). 

Utile in gran parte originato da componenti straordinarie "non preventivabili e non ripetibili", ammette l'azienda. Il risultato verrà integralmente destinato a rafforzare la struttura patrimoniale: 2,9 milioni copriranno le perdite pregresse; altri due verranno accantonati come riserva straordinaria e quasi 300.000 euro finiranno nella riserva legale. I dati 2015 registrano inoltre investimenti per 5,3 milioni (quattro dei quali per l'acquisto di 26 autobus), mentre nel 2016 ne sono già in corso per oltre 8,3, con i quali verranno acquistati entro l'anno 80 mezzi. 

Vanni Bulgarelli, presidente di Seta, presentando ai soci in assemblea il rendiconto 2015 ha avvisato: "Sul risultato finale hanno inciso significativamente due componenti principali, lo smobilizzo di fondi per 3,7 milioni accantonati dall'azienda negli anni precedenti a copertura del rinnovo del contratto nazionale di categoria ma anche la minor quota di imposte, pari a 1,4 milioni, conseguente alla revisione della base imponibile Irap". Solo grazie a queste voci straordinarie, quindi, si potrà consolidare il patrimonio netto dell'azienda e riportarlo al livello del 2012. Bulgarelli ha poi richiamato i due principali problemi: "La posizione finanziaria di Seta e la sua limitata capitalizzazione condizionano la capacità di autofinanziarsi".

Inoltre, dal 2016 si manifesteranno nuove componenti strutturali di maggior costo per circa tre milioni: due dovuti all'entrata a regime del nuovo contratto nazionale, 800.000 euro come mancato rimborso delle accise per i veicoli da euro 0 a euro 2, che tuttora compongono piu' di un quarto della flotta Seta. A ciò si aggiungono le incertezze della riforma Madia, attualmente in discussione, nonchè lo svolgimento e l'esito delle gare per i nuovi affidamenti del servizio gestito da Seta nei bacini provinciali di Modena, Reggio Emilia e Piacenza. Gare per le quali, di nuovo, è tornato lo stallo generale, Parma (dove Seta aveva manifestato un interesse) compresa. Così, resta per Seta "l'assoluta necessità di impiegare tutte le risorse disponibili per affrontare al meglio il 2016 e le sue molteplici sfide, investendo ogni nuova disponibilità economica in mezzi e tecnologie, per ridurre i costi di manutenzione ed aumentare la qualità del servizio offerto", conclude Bulgarelli.

(DIRE)

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