Gaza, donne, discriminazione: inaugura a Modena la mostra di Nidaa Badwan "100 giorni di solitudine"
Arriva a Modena la mostra fotografica “100 giorni di solitudine”, opera dell’artista emiratina-palestinese Nidaa Badwan, che nel 2013 si è autoesiliata nella sua stanza per protestare contro la violenza di Hamas.
La mostra, che è già stata a Gerusalemme, Berlino, New York, Miami, Dubai, San Marino, Siena e altre città italiane, si può visitare da oggi fino al 28 novembre presso gli spazi Abate Road 66 (via Nicolò dell'Abate 66), mentre venerdì 29 sarà presentata dalla stessa artista all’ostello Modena S. Filippo Neri in occasione dell’assemblea regionale dei Giovani Imprenditori di Confcooperative.
«La mostra apre a Modena oggi non casualmente, perché il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – spiega la vicedirettrice di Confcooperative Modena Cinzia Nasi – L’iniziativa rappresenta un omaggio alle donne affinché nessuna più venga ridotta al silenzio come è successo a Nidaa Badwan, che è l’emblema della discriminazione a cui sono soggette le donne in quanto donne».
È un giorno di novembre 2013 a Gaza quando i miliziani di Hamas arrestano Nidaa mentre è intenta ad aiutare un gruppo di artisti nell’allestimento di una mostra. La accusano di non essere abbigliata in modo consono alla tradizione. Viene rinchiusa in carcere per tre giorni. La rilasciano solo dopo averle fatto firmare un documento nel quale si impegna a uscire di casa sempre con il tradizionale velo. Pur di non sottostare all’imposizione di quel documento che la priva della libertà di essere se stessa e come forma di protesta per la violenza subita, Nidaa decide di rinchiudersi per venti mesi nella sua camera da letto. Ed è proprio in quella stanza di nove mq che il 100 esimo giorno di solitudine la sua prigionia volontaria diventa arte e nasce il suo progetto, composto da 24 autoritratti fotografici.
La storia di Nida Badwan, che oggi vive in Italia, è stata raccontata dai media di tutto il mondo.