“L’angelo di Monaco” di Fabiano Massimi al Castello di Formigine
A Formigine il 18 gennaio alle ore 17.30 presso il Castello lo scrittore Fabiano Massimi presenta “L’angelo di Monaco” (Longanesi). Massimi, nato e residente a Modena, si è laureato in Filosofia tra Bologna e Manchester. Bibliotecario alla Biblioteca Delfini di Modena, da anni lavora come consulente per alcune tra le maggiori case editrici italiane. L’angelo di Monaco è in corso di traduzione in 10 paesi.
In un’indagine tesa tra realtà documentaria e finzione narrativa, L’angelo di Monaco narra la storia dell’unico vero amore di Hitler: quello per Angelika Raubal, sua nipote. Il romanzo, ambientato in una Repubblica di Weimar moribonda in cui si avvertono tutti i presagi dei più orribili crimini nazisti, è il frutto di un lungo lavoro di ricerca da parte dell’autore, volto a restituire dignità alla vera prima vittima della propaganda nazionalsocialista.
Con l’autore interviene Stefano Ascari.
Monaco, settembre 1931. L’agente di polizia Sauer è chiamato con urgenza in Prinzregentenstrasse, dove Angela Raubal, detta Geli, è stata ritrovata senza vita nella sua stanza chiusa a chiave. Accanto al suo corpo esanime c’è una rivoltella: tutto fa pensare che si tratti di un suicidio. Geli, però, non è una ragazza qualunque, e l'appartamento in cui viveva ed è morta, così come la rivoltella che ha sparato il colpo fatale sono del suo tutore legale, lo “zio Alf”, noto al resto della Germania come Adolf Hitler, il politico più chiacchierato del momento anche per lo strano rapporto con la nipote, che suscita indignazione e scandalo sia tra le file dei suoi nemici sia tra i collaboratori più stretti. Sempre insieme, sempre sorridenti in un’intimità a tratti adolescenziale, le dicerie sul loro conto sono persino aumentate dopo che la bella nipote si è trasferita nell'appartamento del tutore, in una stanza da letto comunicante con quella padronale. Sauer interroga Hitler, accorso da Norimberga appena saputa la notizia, e conferma che il suo alibi è inattaccabile. Anche le deposizioni dei membri della servitù sono tutte perfettamente concordi. Non del tutto convinto, Sauer decide di approfondire le indagini. Le verità che scoprirà, così oscure da far vacillare la sua fedeltà politica, lo spingeranno verso un gesto estremo, dal cui esito potrebbe dipendere il futuro stesso della democrazia in Germania.