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Ecco a voi il 'Bonvi parken'. L'assessore Alperoli: "Modena capitale del fumetto"

Domenica pomeriggio l'inaugurazione del parco intitolato all'artista che inventò le mitiche 'Sturmtruppen'. Per ricordarlo arrivano Guccini, Staino e Vincenzo Mollica

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Modena terra di motori? Modena romanica? No. Modena patria del fumetto. Anche questo è riuscito a fare, dopo la sua prematura scomparsa nel 1995, il ‘genio ribelle’ Franco Bonvicini, in arte Bonvi, ideatore di intramontabili epopee ‘a strisce’ come Sturmtruppen, Cattivik, Nick Carter e Storie dallo spazio profondo (queste ultime scritte con Guccini, pochi anni prima che George Lucas inventasse il suo Star Trek). Sì, perché da domenica Modena avrà un intero parco dedicato al mitico disegnatore. O meglio, a lui intitolato ma ‘dedicato’ più in generale all’arte del fumetto. Il parco Amendola nord, infatti, (quello dietro il locale ‘la Baracchina’) verrà ribattezzato ‘Bonvi parken’ in onore dell’artista modenese che ha segnato il mondo delle strip degli ultimi decenni. «Per la prima volta in Italia – dice fiero l’assessore alla Cultura Roberto Alperoli – un parco pubblico sarà intitolato ad un autore di fumetti».

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LE SAGOME – Ma non ci sarà soltanto il nome. Dentro al parco verranno inserite 8 installazioni fisse con altrettante immagini sagomate di alcuni dei più celebri personaggi di Bonvi. E poi, agli ingressi principali del giardino, da viale Amendola e da via Sassi, due totem luminosi faranno da ingresso ‘simbolico’ a questo straordinario palcoscenico naturale. «Negli anni ’60 – spiega Alperoli – Modena è stata capitale del movimento ‘beat’ e anche, in anticipo coi tempi, del fumetto. Bonvi, in particolare, ha rappresentato l’anima ‘rockettara’ del fumetto, segnando l’immaginario di diverse generazioni». 

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LA FIGLIA - Il progetto è stato realizzato direttamente ‘in famiglia’ dalla figlia del disegnatore, Sofia (nella foto di fianco ad Alperoli), che ha creato un percorso alla scoperta della vulcanica e ironica creatività del padre. «Il mio babbo – racconta commossa – sarebbe felice nel vedere che la sua ‘piccola città’ gli tributa un tale onore. Quando lo elessero miglior fumettista d’Europa ricordo che lui rideva, perché non riusciva a crederci. Vorrei che questo parco – prosegue Sofia Bonvi – potesse diventare un luogo che a livello nazionale accolga manifestazioni dedicate al fumetto. Soprattutto per i giovani talenti. Per questo grande sforzo desidero ringraziare la passione e la grande competenza e sensibilità dell’amministrazione». 

LA FESTA – Domenica, quindi, tutti al parco Bonvi per i festeggiamenti. Anzi, al ‘Bonvi parken’. «Perché, ride l’amico di sempre Guido De Maria, Bonvi non è mai stato ‘parco’». Battute a parte, il 26 giugno dalle 16,30 inizia l’inaugurazione vera e propria. Si parte con l’iniziativa ‘fumetto al trancio’ in cui i giovani disegnatori potranno confrontarsi con alcuni dei maggiori fumettisti italiani: Cavazzano, Staino, Clod, Alfredo Castelli e Vittorio Giardino. Alle 20,30 invece  sotto gli alberi del parco si riunirà una ‘combriccola’ davvero speciale, per dar vita a un happening per raccontare la vita spericolata di Bonvi. Ci saranno il cantautore Francesco Guccini, il giornalista Vincenzo Mollica, Silver, l’attore Teo Teocoli (forse) e lo scrittore Valerio massimo Manfredi. Nel corso della serata saranno anche proiettati alcuni fumetti, doppiati in diretta da Freak Antoni. A tenere le fila dell’incontro ci penserà un altro amico di Bonvi, Daniele Soragni, autore televisivo e giornalista. In chiusura, poi, arriva il film ‘Bonvi, una vita inventata’ di De Maria e Governi.

IL PROGETTO – Questo parco, tuttavia, è solo l’inizio di un più ampio progetto di valorizzazione del lavoro del fumettista (anzi, ‘fumettaro’) avviato dal Museo Civico d’Arte. «Da non dimenticare, aggiunge Simona Arletti, che la realizzazione del parco è stata possibile solo grazie ai contributi della Fondazione cassa di risparmio, di Bper, Conad e Regione». Un altro «grazie particolare va ai detentori dei diritti di gestione dei disegni, ovvero l’agenzia Chiaroscuro di Bologna» conclude l’altro figlio dell’artista, Francesco Bonvicini. 
 

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