"Di tanti palpiti", concerto dell’”Ensemble Mandolinistico Estense
Sabato 12 dicembre 2015 alle ore 20.30 si terrà presso il Teatro Parrocchiale di Castelvetro di Modena (MO) via Ludovico Ariosto 32, con il patrocinio ed il contributo del Comune di Castelvetro di Modena, il concerto dell’Ensemble Mandolinistico Estense intitolato "Di tanti palpiti", nell’ambito della sesta edizione della rassegna “Protagonista il Mandolino”.
Il concerto, ad ingresso libero, si basa su un repertorio di arie, musiche d'opera e celebri canzoni napoletane: l'Ensemble Mandolinistico Estense accompagnerà due giovani cantanti, il soprano Francesca Maria Cucuzza ed il mezzosoprano Christina Minò. Saranno eseguite musiche ed arie di Verdi, Bizet, Mozart, Rossini, Emma, Sacco, Donizetti, Di Giacomo, Costa, Calace, De Curtis e Mezzacapo.
L'idea di eseguire celebri arie liriche con il mandolino potrebbe sollevare diverse perplessità: in realtà per gran parte dell''800 e durante la prima metà del '900 le orchestre a plettro erano presenti in tutte le città italiane (a Modena nel 1920 era attiva una mandolinistica di 50 elementi diretta dal musicista Primo Silvestri) ed il loro repertorio si basava principalmente su trascrizioni sinfoniche e di opere liriche, svolgendo, al pari delle bande, un'importante funzione di divulgazione per il pubblico che non riusciva ad accedere ai teatri. In effetti il timbro di questi strumenti, caratterizzato dall'inconfondibile modo di esecuzione del “tremolo” ben si presta a sottolineare e ad esaltare i moti dell'animo, le passioni, la sentimentalità (e non a caso lo strumento è indissolubilmente legato alla canzone napoletana, sentimentale per antonomasia). Ma a guardare in fondo, l'apparente estraneità del mandolino all'opera è smentita da vari inserimenti in celebri opere: Vivaldi, che già compose tre memorabili concerti per mandolino e archi, lo impiega nell'aria Transit aetas della Juditha Triumphans, Händel nell'aria He strikes the golden lyre dell'Alexander Balus, Mozart nella serenata Deh vieni alla Finestra del Don Giovanni, Paisiello lo inserisce nel suo Barbiere di Siviglia mentre Verdi rende un particolare omaggio proprio all'orchestra a plettro, prevedendo l'impiego di otto chitarre ed otto mandolini per la banda che appare nel secondo atto dell'Otello nella romanza Dove guardi splendono. Niente di strano, allora, anzi, un buon motivo per apprezzare una tavolozza timbrica suggestiva, sempre meno inconsueta, visto il riaffermarsi dello strumento negli ultimi anni.